Chef cilentano di nascita, gran parte della mia carriera lavorativa l’ho trascorsa in Cilento lavorando presso molte strutture ricettive di medio alto livello,molte sono state le esperienze anche al di fuori del Cilento, in Italia ed in paesi esteri. Dopo tanto girovagare ho capito che niente per me e’ paragonabile alla nostra cucina tipica cilentana, senza togliere niente a nessuno. da ormai molto tempo mi dedico alla valorizzazione della cucina tipica cilentana, non con il semplice divulgare orale ma con una mia messa in opera concreta; cosa voglio dire? prendo delle vecchie ricette tradizionali e le porto nei menu’ dei ristoranti nei quali presto servizio, dono nuovo splendore a quei piatti che ci hanno fatto crescere in modo sano. Mangia sano e vivi meglio, noi siamo quello che mangiamo
Un po' di storia sul raviolo: I Romani sicuramente non conoscevano il raviolo, ma preparavano dei piatti che potevano essere già considerati progenitori della...
Il nome “struffolo” deriverebbe dalla parola “strongoulos” (arrotondato) e “pristòs” (tagliato). Quindi uno “strongoulos pristòs” è la pallina arrotondata e tagliata. Non essendoci certezza etimologica altri fanno derivare il nome dal verbo “strofinare”
I napoletani, prima del ‘700, prima cioè di passare alla storia come i “mangiamaccheroni”, erano conosciuti con l’appellativo di “mangiafoglie”, in quanto la loro...
L’autunno nel Cilento, quando il freddo diventa pungente, le nuvole si addensano basse sopra le colline puntellate dai piccoli borghi come gioielli custoditi in...
I vari tipi di uve da tavola, fin dalla fine dell'800, hanno subito l'evoluzione del miglioramento genetico, sia per affinare la qualità degli acini...
Nella cucina antica tradizionale, ed in particolare in quella Cilentana, non è facile trovare tradizioni di raffinatezze locali, di manicaretti elaborati e succulenti: è difficile immaginare i nostri nonni davanti al camino o alla stufa, intenti ad assaporare e sperimentare ricette di cibi che la storia della buona tavola avrebbe tramandato nei libri della grande cucina. I contadini avevano già il loro daffare con il quotidiano problema del sopravvivere tra indigenza
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