Il risultato finale di 0-0 lascia l’amaro in bocca ai granata, i quali, nonostante il sostegno massiccio dei loro tifosi, giunti nella cittadina laziale dopo 140 giorni di assenza sugli spalti, non sono riusciti a mostrare quel killer instinct necessario per piegare la determinazione degli avversari. Il tecnico Raffaele ha scelto un modulo ultra offensivo: 3-4-2-1, con Inglese come centravanti e due trequartisti, Ferraris e lo stesso Inglese, pronti a supportarlo. L’innesto di Achik dal primo minuto ha dato ulteriore velocità e imprevedibilità alla manovra granata. Nonostante la qualità degli interpreti e il forte tifo che ha animato lo stadio, la Salernitana ha faticato a concretizzare le azioni da rete, sprecando due o tre buone opportunità durante il secondo tempo. Le lacune emerse, soprattutto a centrocampo, dove la squadra ha mostrato una certa dipendenza da Capomaggio, hanno contribuito a rendere il match più complicato del previsto.
L’approccio iniziale della Salernitana è caratterizzato da un pressing costante sulla linea difensiva del Latina, seguendo le indicazioni di Raffaele. Già al 4′, Inglese ha cercato di sorprendere il portiere avversario, Mastrantonio, con un’azione che stava per trasformarsi in un “gollonzo”, ma il rinvio maldestro del portiere ha evitato il peggio. Tuttavia, il Latina si è dimostrato un avversario scorbutico e ben organizzato, capace di sporcare le traiettorie e persino di rendersi pericoloso, come al 16′, quando Tascone ha perso un pallone sanguinoso a centrocampo, lasciando spazio a Ciko, che ha fallito un dribbling decisivo. A destra, Achik ha tentato di far valere la sua velocità, ma ha trovato la strada ostacolata dalla prontezza del diretto avversario, Pace, costringendo la squadra a rimanere molto guardinga. La partita ha preso una piega spezzettata, con ritmi poco incisivi. Un cambio tattico, a metà del primo tempo, ha visto Raffaele invertire gli esterni di centrocampo, ma le difficoltà di Achik si sono amplificate, portandolo a commettere falli evitabili. La sua unica nota positiva è stata l’azione creata al 42′, quando ha sfiorato l’incrocio dei pali con un bel tiro.
Il primo tempo si è chiuso con un’impressione di sonnolenza da parte di Varone e Liguori, entrambi sostituiti da Di Vico e Ferrari all’inizio della ripresa. Con il passaggio al 3-4-1-2, la Salernitana ha mostrato maggiore intraprendenza. Al 51′, Tascone ha avuto una grande occasione, ma El Loco ha clamorosamente sbagliato il colpo di testa che sembrava destinato in rete. Nonostante altre due buone opportunità create, il gol continuava a non arrivare. La squadra sembrava rinvigorita, ma il Latina, abile a rispondere alle offensive salernitane, ha mantenuto intatta la propria resistenza.
Dopo un doppio cambio che ha visto l’uscita di Achik e Ferraris, la Salernitana ha cercato di dare nuova linfa all’attacco. Purtroppo, Quirini ha subito una sfortunata ammonizione, mentre Donnarumma è stato chiamato in causa per deviare una conclusione insidiosa di Quieto. Nonostante i tentativi, il modulo e le sostituzioni non sembravano funzionare a dovere; la fatica dei granata era evidente. L’episodio chiave è avvenuto al 94′, quando Knezovic ha attaccato in area e De Ciancio ha cercato di fare muro. L’arbitro ha ammonito Knezovic per un presunto fallo, senza cambiare decisione dopo una revisione VAR, lasciando la Salernitana con il fiato sospeso. Infine, al 94′, Ferrari ha avuto l’ultima chance per invertire il corso della gara: dopo un cross basso di Villa, ha tirato in corsa, ma ha spedito la palla in curva, consumando così le ultime speranze granata. Pertanto, sebbene il tifo appassionato dai 2300 supporter presenti abbia creato un’atmosfera vibrante, la Salernitana ha deluso le aspettative, mostrando limiti sia nel gioco che nella gestione delle occasioni. La mancanza di concretezza nel capitale offensivo e delle giuste risposte in fase difensiva saranno temi di riflessione per Raffaele e i suoi uomini, già proiettati verso la prossima sfida della stagione.



