Il 5 settembre 2010 è una data che ha segnato profondamente l’anima di Pollica e di tutti coloro che credono nella giustizia e nella dignità civica. Angelo Vassallo, noto come il “sindaco pescatore”, fu ucciso nel tragico assalto della sua auto mentre rientrava a casa, vittima di un delitto che ha sconvolto non solo una comunità, ma l’intero Paese. I nove colpi di pistola che tolsero la vita a un uomo che amava il suo lavoro e la sua terra non rappresentano solo un omicidio: sono un affronto alla legalità e ai valori di una democrazia sana. Vassallo si era sempre distinto per il coraggio con cui affrontava le problematiche del suo paese. Era un amministratore che lottava contro l’abusivismo edilizio, che promuoveva il turismo sostenibile e che aveva denunciato la trasformazione di alcuni luoghi di Acciaroli in piazze di spaccio. La sua dedizione al bene comune era così forte che aveva avviato una vera e propria crociata per restituire dignità a un territorio spesso dimenticato. Ma quel giorno del 5 settembre, il coraggio di Vassallo si scontrò con le ombre del crimine organizzato e della corruzione.
Quindici anni dopo, la ferita di quel delitto rimane aperta e irrisolta. La Procura di Salerno ha recentemente riacceso i riflettori su questo caso, convocando un’udienza preliminare per il 16 settembre nei confronti di quattro imputati: il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, l’ex sottufficiale Lazzaro Cioffi, l’imprenditore Giuseppe Cipriano e Romolo Ridosso, ex collaboratore di giustizia. Tutti accusati di concorso in omicidio, tutti con il peso di una storia oscura e inquietante sulle spalle. La dimensione pubblica di questa vicenda è amplificata dalle parole del colonnello Cagnazzo, il quale ha dichiarato sui social di sentirsi estraneo ai fatti e di aver subito per ben tre volte l’archiviazione del suo caso. Tuttavia, le sue dichiarazioni non possono nascondere il dolore e la frustrazione di una comunità che chiede giustizia. C’è una tensione palpabile nell’aria, una richiesta di verità che si fa sempre più forte e che chiede di essere ascoltata. D’altro canto, il figlio di Angelo Vassallo, Antonio, esprime un messaggio di speranza. In un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, trae forza dalla volontà di vedere finalmente faccia a faccia l’assassino di suo padre. Sono parole cariche di emozione e di determinazione, che rivelano un desiderio profondo di giustizia e di riconciliazione. Antonio rappresenta non solo il dolore di una perdita atroce, ma anche la forza di chi, nonostante tutto, continua a lottare per la verità.
Oggi, a Pollica, si svolgerà una messa di suffragio nella Chiesa della Santissima Annunziata. Questa celebrazione non è solo un momento di preghiera, ma un atto collettivo di memoria e resistenza. Non si tratta di dimenticare, ma di ricordare, di rendere omaggio a un uomo che ha dato la vita per i suoi ideali. Saranno organizzate anche altre iniziative per onorare la memoria di Vassallo, un modo per tenere viva la sua eredità e per far sentire a tutti che la lotta per la verità continua. Alle 21.45, l’ora in cui il sindaco pescatore fu assassinato, le luci di Pollica si spegneranno: un gesto simbolico che avrà un significato profondo. In quel silenzio, la comunità ripenserà al coraggio di Angelo, alla sua visione di un futuro migliore per la propria terra e al suo desiderio di giustizia. Spegnere le luci è un richiamo all’attenzione, al ricordo di chi non c’è più e di chi cerca giustizia in un panorama che sembra sempre più oscuro. In questo quindicesimo anniversario, l’assenza di giustizia brucia come una ferita aperta. L’omicidio di Angelo Vassallo non è solo un crimine da risolvere, ma un capitolo della storia italiana che deve essere scritto con chiarezza e onestà. La lotta contro l’illegalità va avanti, e la determinazione della famiglia Vassallo e della comunità di Pollica devono servire da esempio per tutti noi. La strada è lunga e piena di ostacoli, ma il nome di Angelo Vassallo continuerà a risuonare. Ogni anno, ogni commemorazione, ogni gesto di memoria è un passo verso la verità, verso la speranza di un domani in cui il coraggio e la giustizia possano finalmente prevalere.



