In un periodo dove la globalizzazione sembra determinare sempre più le dinamiche economiche e culturali, il Cilento si erge come esempio di un modello di sviluppo che affonda le radici nella tradizione, nell’innovazione e nella sostenibilità. Il vicesindaco di Ceraso, Antonio Cerullo, e il sindaco di Ascea, Stefano Sansone, sono attualmente in Cina per partecipare al Terzo Congresso Mondiale dei Biodistretti, che si tiene a Datong fino al 29 agosto. Questo congresso rappresenta un’importante piattaforma internazionale per discutere e promuovere l’agricoltura biologica e i biodistretti, e la delegazione cilentana è stata invitata per rappresentare il biodistretto di Ceraso, un vero e proprio baluardo di pratiche agricole rispettose dell’ambiente. La scelta del Cilento come rappresentante in questo contesto non è casuale. Il biodistretto di Ceraso è un esempio tangibile di come sia possibile coniugare le tecniche agricole tradizionali con approcci innovativi, creando un modello che può essere replicato in diverse realtà. “È un’occasione straordinaria per stringere relazioni, confrontarci con i protagonisti mondiali del settore e raccontare il nostro territorio,” ha commentato Cerullo, sottolineando l’importanza di questa missione. La presenza di amministratori e leader provenienti da tutto il mondo, dal Portogallo al Giappone, offre un’opportunità unica per il dialogo e la condivisione di pratiche sostenibili.
Il congresso non è solo un momento di confronto; è anche un’opportunità per far emergere l’identità del Cilento. La bellezza del paesaggio cilentano, riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità, insieme alla ricca tradizione gastronomica locale, rappresentano risorse preziose da mettere in risalto. Durante le varie sessioni di lavoro, Cerullo e Sansone hanno avuto l’occasione di presentare la storia millenaria del territorio, la quale si intreccia con la storia dell’agricoltura biologica. Il Cilento, infatti, è da sempre un territorio di agricoltori e produttori che rispettano la terra e le sue risorse. Un elemento distintivo della delegazione cilentana è rappresentato dalla proposta di candidare il Cilento come futura sede del Congresso Mondiale dei Biodistretti. Un’iniziativa audace ma ben ponderata, che si basa su fondamenta solide. “Il nostro sogno di ospitare il congresso è ambizioso, ma le potenzialità del Cilento sono enormi,” ha dichiarato Sansone. Questa candidatura non solo porterebbe visibilità globale al Cilento, ma permetterebbe anche di attrarre investimenti e di stimolare il turismo, creando un circolo virtuoso per lo sviluppo della zona. In un mondo sempre più interconnesso, il Cilento deve trovare il modo di dialogare con il resto del pianeta, condividendo le proprie esperienze e conoscenze nel campo dell’agricoltura biologica. La capacità di integrare tradizione e innovazione sarà fondamentale per affrontare le sfide future. Il prezzo che paghiamo per la modernità spesso implica una perdita di identità e di cultura; tuttavia, il modello cilentano dimostra che è possibile salvaguardare il patrimonio culturale mentre si punta a un futuro sostenibile.
La tappa cinese, quindi, diventa il primo passo di un percorso che guarda lontano. Attraverso il dialogo e la collaborazione internazionale, il Cilento può affermarsi come punto di riferimento per l’agricoltura biologica, attirando l’attenzione su un modo di produrre e consumare cibo che rispetta l’ambiente e promuove la salute. Il futuro del territorio, infatti, dipende non solo dalla valorizzazione dei propri prodotti, ma anche dalla creazione di reti internazionali che possano garantire il trasferimento di know-how e buone pratiche. L’incontro con figure di riferimento nel settore, come Mathew John, presidente di IFOAM-Organics Asia, rappresenta un’occasione imperdibile per apprendere e condividere esperienze. L’approccio partecipativo e inclusivo, tipico dei biodistretti, offre la possibilità di rafforzare legami e costruire alleanze strategiche a livello globale.
Il viaggio in Cina dei rappresentanti cilentani segna non solo un’importante opportunità di visibilità per il territorio, ma rappresenta anche un impegno concreto verso un modello di sviluppo fondato sull’identità locale e sulla sostenibilità. Il messaggio che il Cilento porta con sé è chiaro: la tradizione può essere un driver di innovazione, e il futuro dell’agricoltura passa attraverso il rispetto dell’ambiente e delle comunità locali. Rimanere ancorati alle proprie origini mentre si guarda verso il mondo esterno sarà cruciale per il rilancio del Cilento, trasformandolo in un faro di sostenibilità e innovazione a livello internazionale.



