Prima PaginaEditorialiQuando fare il "giornalista" è approssimazione

Quando fare il “giornalista” è approssimazione

La notizia ha sempre svolto un ruolo significativo nella società. Tuttavia, nei tempi moderni, la segnalazione è diventata sensazionalistica e invasiva. Questa tendenza giornalistica ha portato a un calo della fiducia del pubblico nei media e ha anche causato danni alla società. I giornalisti dovrebbero usare discrezione e standard etici quando riportano le notizie per garantire che il loro lavoro rimanga pertinente e rispettoso, almeno della parte che si è deciso di denigrare.

E’ di oggi una mia appassionante lettura, su di un quotidiano, di un articolo scritto da uno pseudo scrivano  dei tempi moderni che pensa, crede, che riportare un fatto, un accadimento, voci, sia così sensazionalistico da attirare migliaia di persone verso il “miele del sapere” e rendere ciò che si è scritto lapidario, non appellabile.

Quando la realtà non viene materialmente verificata o almeno non si chiede al demone della controparte di rispondere, giustificarsi o nascondersi dietro il “no comment”, la notizia senzazionalistica  finisce per essere oscurata dalla visione di mondo standardizzata della cultura di appartenenza del giornalista, della testata e del mandante di turno. I fatti stessi divengono così non un’opportunità per parlare di un tema o per realizzare uno scoop ma un rischio da evitare. Così il giornalista non è più chiamato a formarsi un’idea sul campo, ma solo, tramite un copia-incolla,  a interpretare la realtà attraverso i propri schemi mentali perché indotto. Così i fatti non sono più quelli che si sono verificati ma quelli che si suppone che debbano essere e che sono altro rispetto alla realtà. Tutto ciò in un contesto dove, come sostiene Carotenuto: “all’accuratezza si sostituisce l’approssimazione e alla verifica delle fonti, la corrività”.(cit.Gennaro Carotenuto, Giornalismo partecipativo. Storia critica dell’informazione al tempo di Internet, Modena, Nuovi Mondi, 2009, pp. 351)

Certo è che il giornalismo è sempre meno reportage e in particolare gli editoriali, i copia incolla di un pensiero, sono per definizione un lavoro di riflessione e commento (svolto in redazione o meglio nella casa di chi firma) che esprime la “direzione del vento” alla banderuola dello scrivano stesso sul tema del giorno. In conclusione: de te fabula narratur. Il giornalismo ha deviato dal suo ruolo originale ed è diventato perverso. Col passare del tempo, il giornalismo diventa più invasivo e meno rispettoso verso i suoi soggetti. Questo perché, gli pseudo-giornalisti vogliono attirare l’attenzione su se stessi. Gli scribacchini che seguono questa tendenza si concentrano meno sui fatti, il loro focus è l’ attacco  personale al carattere o alla reputazione del loro soggetto. Lo fanno per attirare le visualizzazioni delle pagine, o altro? – motivi per cui sono perverse.

Il giornalismo deve usare discrezione, veridicità quando riporta le notizie perché i rapporti sensazionalistici possono essere dannosi per la società in generale. I giornalisti dovrebbero utilizzare standard etici quando riportano le ultime perché notizie accurate sono vitali per un processo decisionale informato nella società odierna. Sebbene alcune persone possano considerare divertente il giornalismo sensazionalistico, notizie accurate possono comunque essere molto utili nel processo decisionale della comunità. Fin qui le vicende di uno scribacchino mediocre che ha fatto la sua fortuna vendendo la propria penna al miglior offerente (mi riferisco all’autore della narrazione letta ).  Una carriera intera all’insegna di un giornalismo becero,volgare approssimativo, ben oltre i limiti della deontologia professionale. Fiero fustigatore delle  magagne degli altri e negatore di quelle del padrone di turno.  Ci sono persone che passano dall’essere degli stupidi giovani a dei vecchi rincoglioniti senza diventare adulti maturi in mezzo. (Il giornalista ha sempre l’obbligo di verificare la veridicità della notizia Corte di Cassazione, sez. III Civile, sentenza n. 4068/14; depositata il 20 febbraio)

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