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I risultati di Legambiente per le acque campane. Disco verde per il Cilento

La Campania, con il suo ricco patrimonio naturale e culturale, si trova ad affrontare crescenti sfide legate alla qualità delle acque lungo le sue coste. Recentemente, l’analisi condotta da Goletta Verde, un’iniziativa promossa da Legambiente, ha messo in luce una situazione preoccupante riguardo gli indicatori di inquinamento in diverse foci di fiumi e canali della regione. Questo monitoraggio annuale ha coinvolto 31 punti di prelievo distribuiti nelle province di Caserta, Napoli e Salerno, evidenziando la criticità del sistema di depurazione delle acque. Dai dati raccolti, emerge che circa il 52% dei campioni analizzati ha mostrato valori di Escherichia coli ed enterococchi intestinali superiori ai limiti di legge. Nello specifico, il 16% dei punti è stato classificato come “inquinato”, mentre il 36% ha mostrato segni di “forte inquinamento”. Un dato allarmante è rappresentato dal fatto che il 42% dei prelievi è stato effettuato in contesti critici, come le foci dei fiumi, dove i rischi per la salute pubblica e per l’ecosistema acquatico sono particolarmente elevati.

Provincia di Caserta

In provincia di Caserta, i risultati sono stati del tutto negativi per la foce del fiume Savone e per la foce dei Regi Lagni a Castelvolturno, entrambi bocciati per livelli di inquinamento superiori alla soglia di legge. Fortunatamente, sono stati riscontrati alcuni punti “promossi”. Questo include la foce della Fiumarella a Mondragone, l’emissario del Lago Patria a Castelvolturno e la foce del canale a Baia Domizia, che hanno rispettato i parametri stabiliti. Questa disparità di risultati mette in evidenza la necessità di interventi mirati per migliorare la qualità delle acque in questa area.

Provincia di Napoli

Lo scenario è altrettanto preoccupante nella provincia di Napoli; qui, vari punti di prelievo hanno mostrato livelli di inquinamento allarmanti. Le foci del canale di Licola a Pozzuoli, dell’alveo Volla a San Giovanni a Teduccio, e il fiume Sarno si collocano tra i punti “bocciati”. Tuttavia, ci sono aree, come la spiaggia di Mappatella sul lungomare Caracciolo e alcuni punti a Sorrento, Castellammare di Stabia e Vico Equense, che sono risultate conformi alle normative vigenti. Grandi contrasti emergono in questo territorio, rendendo evidente l’urgenza di un piano integrato di depurazione e monitoraggio più efficace.

Provincia di Salerno

Anche in provincia di Salerno, il monitoraggio ha rivelato una situazione complessa. Dei 12 prelievi effettuati, 7 sono stati classificati come fortemente inquinati e 2 come inquinati. Tra i punti critici figurano la foce del Regina Minor a Minori, il fiume Irno a Salerno e il torrente Asa a Pontecagnano Faiano. Dall’altro lato, esistono aree che si sono distinte per la loro qualità, come la foce Capo di Fiume a Torre Licinella-Paestum e la foce del fiume Testene ad Agropoli. Ancora una volta, la differenza tra zone fortemente inquinate e quelle pulite evidenzia l’importanza di interventi locali di depurazione.

Legambiente sottolinea che attualmente in Campania, circa il 92,5% del carico inquinante prodotto da oltre 6 milioni di abitanti è convogliato nella rete fognaria. Tuttavia, la porzione restante, pari al 7,5%, costituisce un dato preoccupante: il 2,5% degli scarichi non è collegato a nessun sistema di depurazione, mentre il 5% è trattato con sistemi individuali. Anche se il numero possa sembrare esiguo, rappresenta comunque quasi mezzo milione di abitanti che contribuiscono all’inquinamento delle acque. Un altro punto critico che emerge dal rapporto di Goletta Verde riguarda la mancanza di informazione ai cittadini sui divieti di balneazione. In ben il 77% dei punti monitorati, non sono stati rinvenuti cartelli informativi chiari e visibili. Solo in 7 punti era presente una segnaletica di interdizione alla balneazione. È fondamentale informare adeguatamente i cittadini riguardo ai rischi di inquinamento, soprattutto nei pressi delle foci dei fiumi, dove molte persone si avvicinano per godere degli spazi di spiaggia libera, inconsapevoli dei potenziali pericoli per la salute.

La situazione delle foci dei fiumi e dei canali in Campania riflette una problematica sistemica legata alla depurazione delle acque e alla gestione sostenibile delle risorse idriche. La relazione di Legambiente suggerisce chiaramente che è necessario un intervento deciso, mirato a migliorare la rete di depurazione e a garantire una corretta informazione ai cittadini sui rischi connessi all’inquinamento. Solo attraverso una sinergia tra istituzioni, cittadini e associazioni ambientaliste sarà possibile preservare l’ambiente e garantire un futuro più sano e sicuro per tutti.

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