Nell’affascinante mondo della politica, c’è una figura ricorrente quanto inquietante: l’incompetente che scende in politica o si adopera per cambiar casacca come se prima ne avesse avuta una (??!!); questo comportamento, quasi mitologico, porta l’appellativo di “adesione”. L’aderente, nonostante la sua scarsa preparazione e la totale mancanza di competenze, riesce a scalare le gerarchie e ad approdare, non si sa come, perché e per quali fausti riconoscimenti sul tanto ambito carro dei vincitori. Questi individui, con l’arte del camaleonte politico, hanno il potere di riscrivere le regole del gioco, e il bello è che spesso lo fanno con una faccia tosta che farebbe invidia ai più bravi attori di Cinecittà dell’era di Ben Hur.
Immaginate un uomo qualsiasi, magari un “governante” o similare del nostro bel Cilento, magari con indosso un vestito di dubbia foggia, che si presenta a una conferenza stampa (ora vanno di moda i “festini”, le presentazioni ufficiali con tanto di onorevole o millantatore al fianco) con l’aria di chi ha appena vinto un Nobel per la Pace. È lì, in prima fila, a spiegare come intende rivoluzionare il sistema scolastico mentre non sa nemmeno che esistono le scuole alternative. Eppure, quelle parole costruite ad arte – spesso prive di contenuto ma ricche di patos – colpiscono l’immaginario collettivo. Le persone applaudono, non perché credano veramente all’illuminato intervento, ma perché si sono stancate di una realtà grigia e priva di speranza. Meglio un incompetente con una bella parlantina che un esperto che ti ricorda quotidianamente le sfide del mondo attuale!
E’ l’mmagine di un politicante (colui che di politica non ne capisce un tubo ma che vive di essa) del territorio, il quale, dopo anni di scelte discutibili, arrampicate sugli specchi, nullafacenze varie e promesse disattese, decide di cambiare la propria carriera o magari inventarsene una, così come chi cambia stile di vita. Da sostenitore della “pasta al pomodoro”, si trasforma in fervente sostenitore della dieta vegana in un batter d’occhio, attirando i più giovani e i social media. Perché, in fondo, quando il vento cambia è saggio saperlo seguire, anche se non sai neanche da dove venga!
Il vero capolavoro, tuttavia, è la capacità di queste figure di circondarsi di esperti veri e propri – i quali, per una strana ragione, sembrano accettare questa situazione. Forse per la loro lodevole abnegazione o, perché no, per un pizzico di speranza che l’incompetente possa contribuire a renderli famosi e, chissà, anche ricchi. Costoro, i “naviganti della luna”, appaiono agli sprovveduti astanti come moderni guru della verità, mentre il protagonista finge di ascoltare e prendere appunti, ma nei fatti è intento a pianificare la prossima mossa per restare in cima alla piramide del consenso popolare.
“La democrazia è in crisi”, sentiamo ripetere da questi maestri del carro, ma solo se parliamo della democrazia tradizionale. La loro visione è ben diversa: per loro, la democrazia è sinonimo di opportunismo e di saper saltare il fosso quando serve. Se servono slogan accattivanti, ecco che rincorrono i meme del giorno, mentre la sostanza delle proposte viene diligentemente archiviata in un cassetto. Tanto chi avrà mai voglia di controllare?
La prestidigitazione politica di questi fenomeni si manifesta, infine, nel modo in cui riescono a rimanere impuniti. Ogni loro errore viene spiegato con la frase magica: “Ho commesso un errore di valutazione”, e la gente, incredibilmente, li perdona. Anzi, si affeziona a loro, quasi come se fossero i protagonisti di una soap opera da schermo piatto, da seguire ogni sera per sapere quali colpi di scena ci regaleranno.
E cos’è che li rende così irresistibili? Una sorta di mix letale tra carisma e cinismo, un’abilità innata nel vendere il fumo come fosse un tesoro. Li vediamo spesso alle inaugurazioni, ridere e brindare con chiunque possa portare un secondo di notorietà, rimanendo sempre in quella zona di conforto in cui il meritato rimprovero viene sostituito dalla farsa del potere. In un mercato politico affollato, gli incompetenti si muovono come pesci nell’acqua, afferrano opportunità e si arrampicano sugli specchi senza alcun pudore. E mentre noi, poveri mortali incatenati alla realtà, continuiamo a chiederci come sia possibile, loro ci sorridono dalla vetta del carro, come se fossero stati scelti da una divinità retrocessa e mostrano al mondo che, in fondo, ciò che conta è saper ‘giocare’ e non necessariamente saper ‘capire’.
Così, nella giostra della politica, gli incompetenti continuano a danzare, con il loro carisma sveltezza e una buona dose di ironia. Ma chi lo sa? Forse, un giorno, ci sveglieremo e decideremo che è tempo di chiedere un po’ di sostanza anziché solo un’accozzaglia di parole vuote. Fino ad allora, prepariamoci a seguire i nostri amati incompetenti sul carro dei vincitori, mentre continuiamo a sperare che almeno la prossima volta qualcuno porti un po’ di sano buon senso!
Nuove adesioni in politica nel Cilento. Quando si dice: “cani e porci”
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