Venerdì 5 settembre nel Centro Storico di Sessa Cilento, nell’ambito della Summer School FoodSystem 5.0 promossa da Rural Hack e dal progetto Il Borgo dei Mulini (Bando Borghi – Ministero della Cultura), si terrà un momento aperto alla comunità, dedicato al tema: FoodSystem 5.0 e le comunità d’intenzione oltre l’oleografia della restanza. Negli ultimi anni si è diffusa una retorica che idealizza i borghi: smart working al sole, vite semplici, autenticità a basso costo. Queste narrazioni esterne, come ammonito da Vito Teti, riducono i paesi a scenografie immobili per consumi turistici rapidi. È una visione coloniale che espropria i luoghi della loro storia e alimenta rendite immobiliari, precarietà stagionale e mercificazione dell’“autentico”. Al contrario, i paesi sono intrecci di relazioni e memorie mutevoli.
La Restanza Attiva significa decolonizzare lo sguardo: rifiutare la cartolina e restituire voce a chi vive i territori. Per superare folklore e immobilismo Rural Hack e il Laboratorio Montestella APS daranno vita a un’Agorà interattiva. Presso Palazzo De Vai (Largo Dell’ Addolorata, Sessa Cilento). Un format partecipativo in cui la comunità di Sessa Cilento dialogherà con i 30 giovani studiosi della school provenienti da Africa, Asia (Cina, Vietnam, Pakistan), America Latina e del Nord, Iran e altri contesti globali delle reti dell’Italian Chapter del World Food Forum della FAO e di Rural Hack.
Con la guida del professor Alex Giordano, direttore scientifico di Rural Hack – CeSMA/UniNa e tra i principali esperti di Social Innovation e Agritech si proverà a spostare il baricentro.
Da comunità imposte dal sangue, dalla nascita o dal vincolo territoriale, a gruppi fluidi di persone che scelgono consapevolmente di stare insieme attorno a valori comuni e a un progetto condiviso. Comunità d’intenzione, appunto. Non nostalgia, ma scelta, presenza e progetti per il futuro dei borghi.
“Sperimenteremo sul campo la Restanza Attiva – spiega Alex Giordano – per trasformare in progetto la scelta di restare in un luogo apparentemente marginale. Rielaboreremo le criticità all’interno di un processo dinamico e creativo, conflittuale, ma potenzialmente rigenerativo per chi resta e per il luogo stesso”.




