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lunedì 29 Maggio 2023
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Previsioni meteo. Freddo in agguato

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Dopo i primi tentennamenti iniziali, la stagione autunnale ora ha deciso di ingranare la marcia e fare realmente sul serio. Difatti, la configurazione barica sull’area euro-atlantica sarà dominata da un vasto promontorio anticiclonico, che dal vicino Atlantico si distenderà fino alla Russia europea, collegandosi con un robusto anticiclone dinamico (da non confondere con l’anticiclone termico che si forma nel periodo invernale). Lungo il bordo più meridionale di questa impalcatura anticiclonica si verrà ad attivare un flusso secondario di fresche correnti dai quadranti orientali, che andranno ad interessare l’Europa orientale, i Balcani e l’Italia.

Nel corso della nuova settimana sull’Italia assisteremo ad un ulteriore recrudescenza del clima autunnale, con un consistente calo delle temperature e il ritorno della prima neve sui monti dell’Appennino, fin dai 1500-1400 metri di altezza. Lungo il bordo più meridionale di questa impalcatura anticiclonica sull’Europa centro-settentrionale, sarà attivo un flusso di fresche, se non fredde, correnti orientali, che dalla Romania e dall’Ungheria si muoveranno verso le Alpi Dinariche, sfogando sull’Adriatico sotto forma di venti di bora. Questa massa d’aria fredda, d’estrazione polare continentale, pur riscaldandosi per convezione durante il passaggio sul medio-alto Adriatico, andrà a rinvigorire la circolazione depressionaria presente tra l’Adriatico e l’Italia meridionale, determinando un inizio di settimana instabile lungo le coste adriatiche, e sul sud Italia, con piogge, rovesci e temporali.

Sia la giornata di lunedì, che quella di martedì, saranno caratterizzata da una spiccata instabilità su diverse regioni del versante adriatico e dell’intero meridione con annuvolamenti sparsi, alternati ad ampi spazi di sole, ma con bassa probabilità di precipitazioni. La situazione andrà gradualmente a migliorare sulle regioni di nord-est, dove si apriranno ampie schiarite. Sulle regioni settentrionali, specialmente sul nord-ovest, e sulle regioni del medio-alto Tirreno, invece, avremo condizioni di tempo maggiormente stabile e soleggiato, con cieli generalmente tersi, sereni o poco nuvolosi, ma con un clima piuttosto fresco, anche di giorno. L’irrompere di questa massa d’aria più fredda, dai bassopiani dell’Europa orientale, oltre a causare un sostanziale calo delle temperature, produrrà un abbassamento dello “zero termico”, con un conseguente calo della quota neve, che già da domani si potrebbe portare fin sotto i 1500 metri, se non 1300 metri.

Domani le prime spruzzate di neve fresca, fin dai 1300 metri, saranno probabili sui rilievi dell’Appennino romagnolo, toscano, e dai 1400-1500 metri sui monti dell’Appennino marchigiano, abruzzese e umbro. Si tratterà dei primi accumuli di neve fresca sotto i 1500-1600 metri per la dorsale appenninica. Neve che imbiancherà, per la prima volta dall’inizio dell’autunno, le principali cime. Fra martedì e mercoledì le nostre regioni saranno interessate dalla discesa di un altro fronte freddo, con a seguito aria ancora più fredda, che causerà ancora parecchia instabilità. Già dalla seconda parte di martedì il fronte freddo approccerà le Alpi di confine, con un rapido aumento della copertura nuvolosa che darà luogo a delle nevicate fin sotto i 1500 metri sulle aree alpine di confine. Qualche pioggia, entro sera, si vedrà pure sulla Liguria e fra Veneto e Friuli. Al passaggio del fronte affluirà aria più fredda che provocherà un ulteriore calo delle temperature sulle regioni settentrionali, dove i valori termici scenderanno al di sotto delle medie stagionali.

Lo sprofondamento di queste masse d’aria fredde sul bacino centrale del mar Mediterraneo, sopra i mari ancora piuttosto tiepidi in superficie, causerà un’altra ondata di maltempo, con frequenti piogge, rovesci e temporali. Una parte di questa massa d’aria fredda scivolerà sui mari dell’Italia meridionale, evolvendosi in una giovane ciclogenesi, molto attiva, che porterà maltempo su buona parte del sud Italia, con rischio di temporali e nubifragi, fra Sardegna orientale, Sicilia e Calabria. Una evoluzione tutta da monitorare con molta attenzione per l’estremo sud. Mentre le regioni settentrionali e quelle del medio-alto Tirreno saranno del tutto risparmiate da questo episodio di maltempo.

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