Nel weekend tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025, il nostro paese si prepara a tornare all’ora solare. Alle ore 3:00 di quella notte, le lancette degli orologi dovranno essere spostate indietro di un’ora, segnando così le 2:00. Questo cambiamento, sebbene apparente insignificante, segna ufficialmente la fine dell’ora legale e l’arrivo della stagione invernale. Il ritorno all’ora solare porta con sé una serie di conseguenze, sia sul piano pratico che su quello biologico, e solleva interrogativi sul sistema attuale di gestione del tempo.
Il passaggio all’ora solare implica che, per alcuni mesi, godremo di un’ora in più di sonno, una notizia generalmente accolta con favore. Tuttavia, ci si deve preparare anche ad altre ripercussioni: le giornate appariranno più corte, con il buio che calerà prima la sera e più luce disponibile al mattino. La situazione si stabilizzerà nuovamente solo con l’entrata in vigore dell’ora legale, prevista per l’ultima domenica di marzo 2026, ossia nella notte tra sabato 28 e domenica 29 marzo.
Perché si torna indietro di un’ora
L’adozione dell’ora legale e dell’ora solare ha radici storiche e pratiche. L’idea è stata concepita per massimizzare l’utilizzo della luce naturale durante il giorno, contribuendo a una riduzione dei consumi energetici. In un periodo in cui la sostenibilità e l’efficienza energetica sono diventate priorità globali, il sistema dell’ora legale ha rappresentato un tentativo di allineare le abitudini quotidiane ai ritmi naturali delle stagioni.
Tuttavia, in anni recenti, la questione del cambio dell’ora ha sollevato nuove polemiche e dibattiti. Nel 2019, il Parlamento Europeo ha votato a favore della possibilità per i Paesi membri di decidere se mantenere il sistema attuale con i due cambi stagionali oppure adottare un’ora stabile tutto l’anno. Sebbene molte nazioni stiano considerando questa opzione, l’Italia ha scelto di non modificare il suo approccio attuale, continuando a mantenere la tradizione del doppio cambio dell’ora.
Ripercussioni sull’organismo
Il passaggio all’ora solare può avere effetti significativi sull’organismo umano. La modifica dell’orario può comportare disturbi come insonnia, sonno interrotto e difficoltà ad addormentarsi. È normale che, soprattutto nei giorni immediatamente successivi al cambio, alcune persone lamentino un senso di disorientamento e affaticamento. Il nostro corpo, infatti, è abituato a determinati schemi di sonno e veglia, e un cambiamento improvviso può creare uno squilibrio temporaneo.
Oltre ai disturbi minori, il cambio dell’ora potrebbe avere conseguenze più gravi. Alcuni studi evidenziano che la difficoltà di concentrazione, dovuta a un aumento della sonnolenza, può influenzare negativamente la produttività e il benessere psicologico. L’adattamento ai nuovi ritmi biologici richiede tempo e, di conseguenza, il nostro livello di stress potrebbe aumentare, rendendo difficile affrontare compiti quotidiani nelle prime settimane dopo il passaggio all’ora solare.
Aspetti psicologici e sociali
Oltre agli effetti fisici e fisiologici, il passaggio all’ora solare ha anche implicazioni psicologiche e sociali. Molti si trovano a dover riorganizzare le proprie routine quotidiane, le quali possono essere influenzate dal fatto che le ore di luce naturale si riducono. Questa nuova condizione può portare a ripensamenti nelle attività ricreative e negli appuntamenti sociali, favorendo una maggiore tendenza a stare in casa e, di conseguenza, a diminuire le interazioni sociali.
Nel complesso, il ritorno all’ora solare richiama una riflessione approfondita sulle nostre abitudini di vita e sull’impatto che queste hanno sulla nostra salute fisica e mentale. È un momento dell’anno che invita a considerare non solo il tempo orario, ma anche come il nostro benessere possa essere influenzato dalle semplici variazioni di luce e di buio. Il passaggio all’ora solare rappresenta un momento di transizione che, sebbene possa sembrare un semplice cambiamento di orario, racchiude in sé complessità storiche, pratiche e biologiche. Le lunghe giornate estive lasciano spazio a serate più brevi e cieli che si scuriscono anticipatamente, richiedendo da parte nostra una certa adattabilità. La discussione sull’opportunità di abolire il cambio dell’ora rimane aperta, mentre noi ci preparemo a fare i conti con la nuova realtà fino alla prossima primavera. Fino ad allora, sarà opportuno prestare attenzione alle esigenze del nostro organismo e adottare strategie per facilitare questo processo di adattamento.



