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venerdì, 19 Aprile 2024
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Cuppetiello Cilentano: nuovo concetto di Street Food

Pratico, sfizioso, croccante e gustoso. Il primato, in quanto a ricercatezza e tradizione, spetta senza dubbio al “cuoppo fritto”, detto anche “O’ cuoppo napulitano”. La frittura viene raccolta all’interno di un cono  di carta paglia, ben chiuso ed arrotolato su se stesso, che consente di asportare il cibo e gustarlo comodamente per strada. Il cuoppo viene anche definito “cuppetiello” o “cartoccio”.

Una tradizione, questa, che risale al 1800, quando nella cucina popolare napoletana si utilizzavano e le poche pietanze che si avevano a disposizione si cucinavano sull’uscio della strada. D’altronde, quando si tratta di sprechi, il napoletano proprio non vuole saperne e, soprattutto, quando bisogna adoperarsi e arrangiarsi, sa come farlo.

Non era raro incontrare tra i vicoli di Napoli, la figura del “friggitore” che, a causa della povertà accettava pagamenti fino a otto giorni, tanto è vero che il “cuoppo” veniva chiamato anche “oggi a otto”.

Tra le tante caratteristiche positive del cuoppo fritto, rientra anche il fattore risparmio. I prezzi non sono certo gli stessi di tanti anni fa, ma resta ancora oggi uno sfizio alla portata di tutti. Un tempo, con mille o duemila lire, si riceveva un cuoppo bello ricco, all’interno del quale era presente almeno un pezzo di ogni pietanza.

Ingredienti  per 4 persone

  • 2 Melanzane del tipo allungato
  • 2 Zucchine
  • 4 Carote di media grandezza
  • 2 Finocchi grandi
  • 2 Patate Rosse
  • 2 cipolle Rosse tipo Tropea di media grandezza
  • 12 foglie di Salvia oppure Borragine
  • ½ L Olio di Semi di Girasole
  • 100 gr di Farina 0
  • 24 Alici grandi
  • 3 Uova
  • 200 gr circa di Cacioricotta grattugiato
  • 1 Cucchiaio raso di Prezzemolo tritato
  • 4 Coni di Carta Paglia

Procedimento

Pulite e lavate tutti gli Ortaggi e tagliateli in bastoncini abbastanza grandi,fate lo stesso con le patate,ora mettete i bastoncini tagliati in un contenitore con acqua fredda salata. Pulite le Alici dalle interiora,spinatele avendo cura di lasciare la coda. Sciacquatele in abbondante acqua freddissima in modo da rassodarle,lasciatele qualche minuto in acqua e poi riponetele con estrema delicatezza in colapasta.

Prendete le Uova apritele in un contenitore e battetele leggermente,unite il Cacioricotta grattugiato man mano che le Uova lo assorbono,unire il prezzemolo tritato,l’impasto non dovrà essere risultare duro. Non aggiungere sale perché il formaggio è già abbastanza sapido. Imbottire le Alici come normalmente si fa,passarle nella farina in modo da fare una sorta a di saldatura quando saranno fritte.

Portate a temperatura l’Olio e friggete le Alici,poi le verdure ancora bagnate andranno passate nella Farina e poi fritte,cosi facendo rimarranno croccanti e vivide di colore,con la Farina di rimanenza aggiungervi un goccio di Acqua e creare una pastella dove verranno passate le foglie di Salvia o Borragine e poi fritte in Olio bollente. Aggiustare tutto il fritto con il giusto Sale e Pepe e comporre il Cuppitiello.

L e Alici cosi composte sono uno dei piatti tipici Cilentani più conosciuti,basterà passarle in una salsa di Pomodoro e cuocere due Spaghetti per mettere in tavola un tripudio di sapori.

© Diritti Riservati

Gerardo Del Duca
Gerardo Del Duca
Chef cilentano di nascita, gran parte della mia carriera lavorativa l’ho trascorsa in Cilento lavorando presso molte strutture ricettive di medio alto livello,molte sono state le esperienze anche al di fuori del Cilento, in Italia ed in paesi esteri. Dopo tanto girovagare ho capito che niente per me e’ paragonabile alla nostra cucina tipica cilentana, senza togliere niente a nessuno. da ormai molto tempo mi dedico alla valorizzazione della cucina tipica cilentana, non con il semplice divulgare orale ma con una mia messa in opera concreta; cosa voglio dire? prendo delle vecchie ricette tradizionali e le porto nei menu’ dei ristoranti nei quali presto servizio, dono nuovo splendore a quei piatti che ci hanno fatto crescere in modo sano. Mangia sano e vivi meglio, noi siamo quello che mangiamo

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