La magica terra cilentana, è patria di un albero altrettanto magico: l’ulivo. Questa pianta da millenni è stata associata all’idea del divino, della pace e dell’immortalità e non è un caso che alcuni rametti di ulivo siano stati ritrovati nelle tombe egizie di 4000 anni fa. L’ulivo ha infatti una particolarità unica che non tutti conoscono: nel caso in cui il fusto centrale muoia, la pianta ha la capacità di riprodursi dal colletto, alla base del tronco. Anche la sua longevità ha dell’incredibile e si ipotizza che alcune piante ancora oggi presenti della Puglia e della Palestina abbiano un’età di duemila anni. Madre di tutte le specie di ulivo è l’oleastro, i cui ritrovamenti di foglie fossili sono databili a circa un milione di anni fa. L’ulivo che necessita di acqua, di tanto sole e di terreni pietrosi molto profondi ha trovato il suo habitat ideale lungo le sponde del Mediterraneo caratterizzate da calde estati asciutte ed inverni piovosi.
Ne ho scritto, di come la conservazione e la lavorazione di questo antico frutto della terra sia stata e lo è tuttora un enorme sostentamento, anche economico, per tante famiglie. E’ invece da solo un trentennio che grazie alle ricerche dello studioso Ancel Keys, fatte a Pioppi, negli anni 60/70 che venne dimostrato come l’olio d’oliva, soprattutto quello extravergine, abbassasse i livelli di colesterolo nel sangue. Nelle sue ricerche comparò diverse abitudini alimentari correlandone le malattie tipiche locali, servendosi di un campione di 12.000 persone di età compresa tra i 40 e i 59 anni in Italia, Finlandia, Olanda, Giappone, Grecia, Stati Uniti e Jugoslavia. Dai risultati ottenuti, Keys concluse che grazie ad una dieta di tipo mediterraneo, povera di grassi saturi e dove al burro ed allo strutto veniva sostituito l’olio di oliva, si diminuiva l’incidenza di malattie cardiache, arteriosclerosi, obesità e cancro.
Da allora passi nella ricerca ne sono stati fatti e ad oggi, grazie a delle pubblicazioni su “thescientistmagazine.com” e su “Journal of Alzheimer’s Disease” si certifica come l’olio di oliva possa anche essere un aiuto per combattere le amnesie da deterioramento cognitivo lieve, quello che si colloca a metà tra il normale declino dovuto all’invecchiamento e la demenza. L’olio extravergine di oliva ad alto contenuto fenolico a raccolta precoce (HP-EH-EVOO) – scrivono nell’articolo – potrebbe infatti essere implementato come composto terapeutico per gli anziani con deterioramento cognitivo lieve (MCI) amnesico. Lo studio, condotto dagli esperti dell’Università Aristotele di Salonicco (AUTH) e dell’Associazione greca del morbo di Alzheimer e dei disturbi correlati (GAADRD), hanno sviluppato un approccio naturale per combattere una condizione sanitaria complessa come il deterioramento cognitivo. L’olio verrebbe usato come composto naturale e non farmaceutico, insomma un aiuto contro le amnesie
“L’MCI amnesico – spiega Magda Tsolaki, dell’AUTH – è una condizione spesso prodromica del morbo di Alzheimer, ed è caratterizzata da perdita di memoria e incapacità di eseguire attività complesse della quotidianità. Sebbene non esista ancora un trattamento per l’MCI, sono in corso diversi sforzi a livello globale per favorire la diagnosi precoce e la gestione della malattia di Alzheimer nella sua fase iniziale”. l team ha condotto uno studio prospettico randomizzato per analizzare gli effetti dell’olio extravergine di oliva ad alto contenuto fenolico e quello a contenuto fenolico moderato (MP-EVOO) e per valutare la predisposizione genetica alla malattia di Alzheimer.
Lo studio – I partecipanti sono stati assegnati tramite procedura randomizzata a tre diversi gruppi, e ognuno ha ricevuto 50 millilitri di MP-EVOO o HP-EH-EVOO, a seconda del gruppo di appartenenza. “Questo studio – commenta la scienziata – apre la strada allo studio di composti naturali come trattamenti alternativi del MCI. Lavori recenti suggeriscono che seguire una dieta mediterranea migliora le funzioni cognitive, riducendo la possibilità di sviluppare la malattia e riducendo il rischio di progressione della condizione verso il morbo di Alzheimer”. L’esperta riporta uno studio longitudinale spagnolo, secondo cui l’assunzione dell’olio extravergine di olive greche potrebbe aiutare a mantenere le funzioni cognitive. “Secondo i nostri risultati – commenta la ricercatrice – l’intervento a lungo termine con HP-EH-EVOO o MP-EVOO è associato a un significativo miglioramento della funzione cognitiva rispetto alla semplice dieta mediterranea”. Gli scienziati sottolineano che si tratta del primo studio volto a stabilire gli effetti dell’olio extravergine di oliva negli anziani con MCI. “La nostra analisi – conclude Tsolaki – rivela che anche a distanza di 12 mesi i risultati nel gruppo di partecipanti erano significativamente superiori rispetto ai soggetti di controllo”.
Fonti: thescientistmagazine.com – Journal of Alzheimer’s Disease