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Ricorre nel dialetto del Cilento

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Sostantivo maschile singolare del dialetto cilentano, adoperato spesso anche in forma di aggettivo. In verità, ricorre più frequente al femminile «nzèrma».  Non ha omologhi nella lingua italiana.

«Nzèrma» o «nzèrmo» è la persona inadatta a svolgere un mestiere o una missione, spesso non consapevole del ruolo e dei compiti che – per ipotesi – le fossero affidati, incapace di affrontare una situazione che si prospetti un poco poco più difficile rispetto alla media o anche quando sia elementare e non richieda doti particolari.

Analizzando le sfumature rinvenibili nel termine, pare emergere nel suo significato la condizione di chi rimanga immobile, rigido, di sasso, vagamente inebetito o dormiente, laddove, invece, si richiederebbero prontezza di riflessi, capacità di reazione, dinamismo o un minimo di senso pratico.

L’accezione negativa della parola pone l’accento sulla beata inconsapevolezza del soggetto che nemmeno minimamente pare percepire il contesto nel quale è immerso («Aggio mannàto a nepòtema a la posta a fà na raccommannàra, ma chèra è tando nzèrma ca chi sà se nge ngàrra», «vòleno fa i ministri, uno chiù nzèrmo re n’ato!»; «mbèce re respònne a tòno, stia tesa come na ‘nzèrma»; «Uè cumpà, rànge n’uòcchio a fìglimo mò ca vène a s’emparà, ca chisso è nu ‘nzermo ra capo a père» ).  Sull’etimo si possono provare ipotesi (che, si premette, sono qui del tutto improvvisate). In greco «ερμης» indica il nume dell’astuzia e della velocità; «nzèrmo» potrebbe derivare dall’aggiunta del prefisso «anti» che indica il senso opposto o contrario; quindi, «nzèrmo» potrebbe derivare da “anti-ermes” per indicare colui che sia l’opposto dell’astuto o del veloce. Da Ermes deriva anche 《 erma 》, statuetta con testa posta lungo le strade, il che suggerisce una similitudine con l’immobilita’ evocata tra le sfumature del termine 《nzerma》.

Se vi fosse una derivazione dal latino, lo «nzèrmo» o la «nzèrma» potrebbero rifarsi ad «armum» che indica non solo le «armi» ma più in generale gli attrezzi di un mestiere e il mestiere stesso: «nzèrmo» potrebbe essere il «senz’armi», o «sine-armo» e, quindi, l’incapace, l’inerme, l’inetto.

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