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Cilento, apriamo la strada alla mobilità eco-sostenibile

Dove sono le colonnine elettriche più vicine a casa? È la domanda che tanti automobilisti, incuriositi dalla svolta green del mercato auto motive, si pongono valutando l’acquisto di un’auto elettrica. Una preoccupazione legittima che però è sempre più immotivata grazie ai tanti passi in avanti fatti negli ultimi mesi. Non diciamo niente di nuovo affermando che per sostenere l’acquisto delle auto elettriche gli ecoincentivi non sono sufficienti. Certo, i contributi statali sono fondamentali, ma non bastano se non si crea un’infrastruttura diffusa indispensabile per eliminare ogni ansia generata dalla necessità di ricaricare le batterie. Ma quanti sono i punti di ricarica nel Cilento? Da una mappa pubblicata sul sito della Società Convergenze Spa, le colonnine presenti tutt’oggi nel nostro territorio sono  8, l’ultima (in foto) è stata posizionata qualche giorno fa all’interno del piazzale di una stazione di servizio sulla strada variante cilentana. Tutte le colonnine istallate erogano 22kw con prese del tipo 2 che è lo standard europeo per le stazioni di ricarica in corrente alternata ed è il connettore più utilizzato sulle auto elettriche dai costruttori europei di veicoli elettrici. Questo connettore si può usare sia per le ricariche monofase sia per le ricariche trifase.

Certo il Cilento ma prima di tutto l’intero paese Italia è in ritardo rispetto ad altre nazioni comunitarie riguardo la mobilità elettrica.  l’Osservatorio europeo sulla mobilità ecologica, alla fine del 2019 stimava 11.837, 10.884 dei quali erogano una potenza fino a 22 kW e i restanti 953 supportano potenze superiori fino a 50 kW (ricarica fast) e 350 kW (ricarica super fast). L’ultima rilevazione, effettuata a marzo, fotografa un trend in costante aumento. Le colonnine elettriche in Italia sono 14.302 suddivise in 7.462 stazioni accessibili al pubblico. Nella prima parte del 2020 quindi, nonostante il lockdown, si è registrato un aumento del 4%, cui va aggiunto il +33% fatto registrare da ottobre 2019 a gennaio 2020. È la Lombardia a guidare questo cambiamento con 2.623 punti di ricarica disponibili per gli utenti, seguita dai 1.426 della Toscana, i 1.395 del Piemonte e i 1.373 dell’Emilia-Romagna. e  Campania 523.  Fanalini di coda Valle D’Aosta (142), Basilicata (109) e Molise (106).

Riprendendo i numeri della ricerca dell’Osservatorio europeo sulla mobilità ecologica le stazioni di ricarica italiane rappresentano circa il 4,7% dell’infrastruttura europea. Sono 250mila le colonnine elettriche nel vecchio continente, con Francia e Germania a guidare la classifica con rispettivamente 38.099 e 41.461 punti e una densità di sette veicoli elettrici o ibridi plug-in, più alta rispetto a quella italiana che è di cinque. La nazione europea più avanzata da questo punto di vista resta la Norvegia, con 286mila auto elettriche e 117mila PHEV che circolano per le strade con quasi 17mila colonnine elettriche, una ogni 24 veicoli.

Una forte accelerazione è arrivata grazie all’approvazione del tanto discusso “Decreto Semplificazioni”, con l’obiettivo di adeguare l’infrastruttura alle nuove necessità e ai numeri delle immatricolazioni in costante aumento. La nuova normativa ha ridotto da 18 a una le autorizzazioni richieste per l’installazione delle colonnine elettriche di ricarica, sollecitato tutte le aree di servizio in autostrada e sulle principali strade extraurbane a dotarsi di almeno un punto di ricarica e obbligato i Comuni a individuare un luogo in cui installare queste infrastrutture mantenendo il rapporto di una colonnina ogni mille abitanti. L’obiettivo minimo è arrivare rapidamente a 60mila punti di ricarica, con l’ambizione di toccare quota 100mila.

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