22.2 C
Sessa Cilento
martedì, 15 Ottobre 2024
Prima PaginaAccademia della VrennaNel Cilento è il periodo dello "sfrunno"

Nel Cilento è il periodo dello “sfrunno”

Letteralmente indica, quindi, un ramo spoglio, una frasca priva di foglie e, anche per questo, incapace di portare frutto. Termine, quindi, che ricorre in un contesto rurale che non poteva ovviamente rimanere privo di una parola che indicasse anche l’evoluzione e il dispiegarsi di un ramo d’albero o di una pianta.

L’aggettivo esprime, però, un’efficacia descrittiva più intensa nella metafora che rappresenti una condizione umana di solitudine in capo a chi vorrebbe intraprendere iniziative che richiedano seguito, adesioni, complicità, compartecipazioni e, quindi, aspiri a porsi come protagonista di un progetto, ma che, alla prova dei fatti, si riveli invece essere solo un velleitario, solitario, e per questo senza possibilità di sostenere e perseguire alcunché del suo disegno.  [sg_popup id=”4671″ event=”inherit”][/sg_popup]

I contesti in cui ci si imbatta in questa parola, potrebbero essere anche di natura politica locale e nazionale. Ad esempio, l’uomo politico che ad un certo punto della sua carriera è ritenuto dall’opinione pubblica come una personalità capace di sostenere le sorti della nazione e perciò in predicato di essere eletto o di essere leader di un partito o di essere nominato capo del governo, col passare del tempo si scopre, invece, completamente solo e che quanti gli avevano promesso il sostegno gli si sono dileguati intorno. Ecco, quello è il contesto in cui l’aspirante leader politico si è trovato “sfrùnno”, ossia solo, ovvero nudo come un ramo malinconicamente spogliato di foglie, sfoltito di un suo seguito, e incapace di generare frutto.

Lo stesso esempio si può ripetere per descrivere contesti politici più strettamente locali. Il sindaco di un paesino che dalle stanze del Municipio osserva un suo oppositore aggirarsi solitario nella piazza del paese, chiama l’ospite accanto a sè gli dice: “Vieni ccà, u vìri a chìro ca gìra annànzi e arrèto, me vòle fà fòre, ma come pòte: ma ‘u vìri cum’è?, è sfrùnno!”, magari pronunciando “sfrùnno” premendo forte sulla “u” e prolungandone leggermente lo strascico vocale.

© Diritti Riservati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

In Evidenza

Tornano le Giornate FAI d'Autunno, giunte alla tredicesima edizione, uno degli eventi più attesi e partecipati in Italia, dedicato alla riscoperta del patrimonio culturale e paesaggistico del Paese - Sabato 12 e Domenica 13 Ottobre 2024
La chitarra battente è lo strumento d’elezione dei paesi a ridosso del Monte della Stella, nel Cilento. Castellabate in particolare ha conosciuto una grande diffusione dello strumento, grazie ad abili artigiani
Proclamato da alcune sigle sindacali autonome uno sciopero nazionale del personale del Gruppo FS Italiane, dalle ore 21 di sabato 12 alle ore 21 di domenica 13 ottobre

Articoli correlati

Dallo stesso Autore