15.5 C
Sessa Cilento
martedì 30 Maggio 2023
Prima PaginaAccademia della VrennaCosa è l'"Attàsso" nel dialetto Cilentano

Cosa è l'”Attàsso” nel dialetto Cilentano

- Pubblicità -
- Pubblicità -

Sostantivo maschile singolare del dialetto cilentano. Conosce anche l’omologa forma verbale “attassà”.
L’ “attàsso” è la condizione fisica e materiale di chi rimane impietrito, di stucco, perlopiù a causa del freddo e del gelo improvvisi o per un vento particolarmente sferzante (“Com’assiètti ra la casa, accussì attassàì tanto r’u chiàtro e u’ viendo ca menàva”).

La parola indica, per similitudine, anche una condizione psicomotoria di turbamento e stupore, brusca, improvvisa, inattesa, talmente intensa da determinare nella persona un’immobilità temporanea nell’eloquio e nella conversazione, un silenzio indotto che è indice di uno sprofondo dell’intelletto che per qualche istante non riesce


ad elaborare una spiegazione, una ricostruzione plausibile a sé stesso, o che risponda ai propri ed interiori canoni di giustizia, di ordine, di regole.

L’ “attàsso” può anche essere preceduto, da parte di chi ne sia colpito, da un istintivo tentativo di reazione che naufraga miseramente, però, in un incespicare del linguaggio che null’altro riesce ad elaborare se non un paio di confuse sillabe di un termine indecifrabile, dopodiché la lucida presa d’atto di quella situazione spiacevole dilaga, fulminea, nell’organismo con effetto destabilizzante, fino a conquistare i sensi, il cuore, lo stomaco, il cervello.

L’ “attàsso” si manifesta con una brusca contrazione di muscoli facciali, una fissità di sguardo e – non di rado – con un atteggiarsi della labbra in una posizione di semi-chiusura o con un deglutire da contraccolpo, o con uno sbiancamento nel viso indotto da un’alterazione della circolazione che fa affluire il sangue in soccorso del cuore in affanno, raggelato anch’esso da una notizia appena appresa.
L’ “attàsso” spesso si manifesta senza che colui che lo subisca se ne renda conto.

Chi lo subisce cerca, anzi, di non darlo a vedere, abbozza o simula una situazione di normalità; è piuttosto l’interlocutore che lo riscontra con l’abilità di percepire quel linguaggio muto fatto di mimiche, di segnali di sopracciglia, sbarramento d’occhi, modulazioni di labbra.

Esempi di frasi con la parola “attàsso” o “attassàre” riferita ad una condizione psicomotoria: “quànno reciètti a Nicòla ca Carmèla, ca ng’avìa fatto u’ sentimiento ppè dui anni, se ‘nzuràva u’ mèse chi trasìa, attassào”. Oppure: “Re pigliào n’attàsso quanno re diciètti ca Ntònio re parlava malamènte ra rèto”.
In alcuni testi di sociologia, frutto di indagine in Lucania, la parola “attassamento” indica specificamente la condizione di ebetudine e di torpore temporaneo derivante dalla morte improvvisa di un congiunto.


L’attassàto rimane a volte in una condizione di inconsapevolezza che può durare un quarto d’ora o anche mezza giornata, prima che il soggetto si svegli e si dia a lamenti sonori (da “Sud e magia” di Ernesto De Martino).

Per quanto riguarda l’etimo, in un vecchio vocabolario del dialetto napoletano del 1789, a cura dell’Accademia dei Filopatridi, l’ “attassàre”, tradotto con “arrestarsi”, “spaventare”, “far gelare il sangue”, viene fatto derivare dalla voce spagnola “atajar” adoperata più o meno con lo stesso significato. Nello stesso vocabolario si legge anche la voce “attassàto”, tradotta con “stupefatto”, e che indicherebbe le “uova mezzocotte” o altre vivande simili, o anche le “pentole che cessano di bollire, per mancanza di fuoco o per acqua fredda rifusaci”.

Vi si accenna anche, tra i possibili etimi, il riferimento alle proprietà del tasso, l’erba conosciuta per generare un potente veleno che induce ad un torpore e , per queste capacità utilizzato nella pesca: buttato nell’acqua il veleno agisce con effetti soporiferi sui pesci che in tal modo possono essere facilmente pescati. Anche i romani utilizzavano il veleno del tasso per realizzare frecce mortali.
Si può ipotizzare anche una derivazione dal greco “tàsso” (θάσσω) che sta per “sto seduto” “inoperoso” che evoca una condizione di immobilità.

- Pubblicità -

© Riproduzione Riservata

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Articoli correlati

Nel dialetto cilentano, il “mòccio”

Mòccio: sostantivo maschile singolare del dialetto cilentano. Non si rinviene un vocabolo che in lingua italiana assuma perfettamente lo stesso significato dell'uso dialettale. Nel dialetto...

L’ “Azzerpulùto” nel dialetto del Cilento

Azzerpulùto: aggettivo del dialetto cilentano, o anche avverbio di modo, che si potrebbe ipotizzare traducibile come participio passato del verbo "asserpolarsi". Nello specifico contesto cilentano,...

Quando nel Cilento si tiene “il muso”

"Ammussàta": aggettivo femminile singolare del dialetto cilentano (dal participio passato di "ammussare") . Qui lo decliniamo al femminile in aderenza ad un uso del...

Raccomandati per te

Continua l’instabilità meteorologica soprattutto nel pomeriggio. A rischio il ponte del 2 Giugno

La presenza di un campo barico piuttosto lasco sui mari attorno l’Italia fa in modo che il tempo si presenti sostanzialmente stabile e prevalentemente soleggiato...

Ripulita la strada per il Sacro Monte Gelbison

Domenica mattina si è riaperto il Santuario del Sacro Monte di Novi Velia, a 1705 metri di altezza, cuore della fede e della tradizione di pellegrini giunti all’alba per assistere a un rito millenario. In questi giorni gli operai della ...

Dopo la pausa invernale riapre al culto il Santuario del Sacro Monte Gelbison

Domenica 29 Maggio 2023 riapre, dopo la pausa invernale, il santuario Maria SS.ma del Sacro Monte Gelbison, uno dei luoghi di culto più importanti del Cilento e di una buona parte del sud Italia.
La presenza di un campo barico piuttosto lasco sui mari attorno l’Italia fa in modo che il tempo si presenti sostanzialmente stabile e prevalentemente soleggiato...
Domenica mattina si è riaperto il Santuario del Sacro Monte di Novi Velia, a 1705 metri di altezza, cuore della fede e della tradizione di pellegrini giunti all’alba per assistere a un rito millenario. In questi giorni gli operai della ...
Domenica 29 Maggio 2023 riapre, dopo la pausa invernale, il santuario Maria SS.ma del Sacro Monte Gelbison, uno dei luoghi di culto più importanti del Cilento e di una buona parte del sud Italia.
Il 20 maggio alle 16.00, nella sala parrocchiale di Morigerati, si terrà un incontro per ricordare ‘Don Tonino Cetrangolo, il prete della speranza’.
L’Associazione Domenico Scarlatti programma parte della sua Quarantesima Stagione Concertistica nel Cilento in una dimora storica di grande prestigio che è Palazzo Belmonte che...
Organizzato dall’Associazione storico culturale “Progetto Centola”e dal Gruppo Mingardo/Lambro/Cultura”, con il Patrocinio Morale del Consiglio Regionale della Regione Campania, della Provincia di ....
Studenti “paladini” dell’ambiente all’Istituto Comprensivo Castellabate grazie ad un progetto di educazione alla cultura della legalità ambientale promosso dai Carabinieri del Parco.