Potrebbe, ai più, sembrare uno sproloquio di polemiche e commenti distruttivi sul territorio, ma posso assicurare che non lo è; anzi, credo, che possa, in un certo qual modo, risvegliare le coscienze, la voglia e l’intuito di chi è al timone dell’imbarcazione affinché provi a rimetterci sulla giusta rotta cercando di evitare le secche di un atavico dilemma del Cilento: l’abbandono.
Non sto a dilungarmi su ciò che ho già scritto in altri post, del perché i Signori politicanti predicano bene e razzolano male, configurando e tramutando la loro malversazione per il territorio ad una sorta di “spending review” sulla nostra pelle. Dico bene, pelle, salute, dignità ed anche un minimo di riconoscenza per chi ha dato loro la possibilità di sedersi lì, su quello scranno… ma non vorrei essere tacciato di voto di scambio, non me lo merito, non ce lo meritiamo e a loro, garantisco che non siamo andati al suffragio per questo, forse volevamo crederci!
Tutto è iniziato qualche anno fa, qualcuno appena sveglio ha pensato che troppi soldi stavano uscendo dal salvadanaio ormai rotto da tempo e gira che ti rigira, quasi come l’estrazione dei “numerielli” della tombola ha fatto cinquina decretando la chiusura dell’Ospedale di Agropoli, inaugurato dopo una lungaggine storica dei lavori per la sua costruzione, nel 2004, diventato eccellenza per il territorio negli anni a seguire ed al servizio di un enorme bacino territoriale .
Dal 2013 l’ospedale, così come lo conosciamo, non esiste più se non fosse per un PSAUT di emergenza. Come se non bastasse, ad aggravare la situazione, anche a discapito di chi aveva bisogno di un ricovero sanitario urgente, la Cilentana (SP430) viene chiusa, prima per uno smottamento, poi per la perdita di una campata di un ponte; alcuni non arrivano vivi al ricovero presso il nosocomio di Vallo della Lucania fino a qualche anno fa altra eccellenza del territorio, ora con varie chiusure di reparti, ridotto al lumicino. Ieri ho letto che stanno “mirando” sull’ospedale di Rocca d’Aspide…. ahimè… ci risiamo.
Nel fine settimana, appena trascorso, mi sono recato, d’altronde ho una passione per quel posto, a Pioppi e passeggiando sul corso ho visto che l’ufficio postale era chiuso. Il mio ottimistico pensiero mi ha portato a pensare: “vabbè è sabato forse è una chiusura fisiologica per il weekend”, ma un conoscente ha risvegliato il mio torpore eccessivamente speranzoso dicendomi che più volte hanno rischiato la sua chiusura ma che grazie all’impegno dell’amministrazione locale, al momento, è scongiurata e che l’apertura avviene a “singhiozzo” , come a dire, l’Ente Poste ha digerito male questa presa di posizione.
Una cosa però mi ha colpito, proprio lì, accanto alla saracinesca abbassata di Poste Italiane vi era uno dei tanti presìdi che ancora reggono alla scellerata e quanto più dispendiosa spending review: la Farmacia, presìdio ancor’oggi presente e caposaldo delle nostre piccole realtà e così come ci rammenta un volantino di Federfarma: “E’ dappertutto non solo dove conviene”. Dove conviene, appunto, ora più che mai. Questo mi ha incuriosito non poco, perché a loro ancora conviene combattere contro le innumerevoli liberalizzazioni volute dal Governo? Costretti ad esporsi finanziariamente se si considera che ogni mese il costo dei medicinali totali forniti sfiora i 7,5 milioni di euro ed i ritardi dei rimborsi da parte delle Asl sono sempre più frequenti ?
Perché loro continuano ad essere presenti sul territorio con un settore che ormai lavora in perdita incapace di assicurare la gestione di impresa mettendo a rischio anche l’occupazione dei pochi dipendenti rimasti? Queste le domande che ho posto al mio amico dott. Giuseppe Viggiano titolare della Farmacia di Sessa Cilento, nonchè segretario Federfarma Salerno,consigliere comitato dei farmacisti rurali salernitani, componente commissioni vigilanza farmacie – e questo lui mi ha raccontato:
<< Se la farmacia riesce a “tenere” nonostante la contrazione dei fatturati del Servizio sanitario Nazionale, è perché nell’area di libera vendita il canale continua a riscuotere la preferenza di gran parte dei consumatori, insomma il farmacista continua a riscuotere fiducia per le sue doti professionali ed umane.>>
Nonostante l’agguerrita competizione degli altri concorrenti retail, che non solo non riescono ad accorciare le distanze ma addirittura perdono, nell’ultimo anno, qualche decimo di punto.
Lo dicono, – continua il Dott. Viggiano – le ultime rilevazioni condotte da Ims Health con Pharmatrend8K, il circuito di oltre 8mila farmacie che inviano dati alla società di ricerche: nei dodici mesi che terminano a marzo 2016, dicono le elaborazioni, la farmacia si è aggiudicata l’88% del cosiddetto mercato commerciale dei prodotti con vendita assistita (ossia parafarmaco, cosmetico, Otc e nutrizionale, per un giro d’affari di 11,6 milioni di euro). Anche se di poco, il dato è in crescita rispetto all’anno mobile precedente: nei dodici mesi che terminavano a marzo 2015, infatti, le farmacie si erano aggiudicate l’87,7% del mercato, il che significa una progressione in un anno di tre decimi di punto su parafarmacie e gdo (iper, super e corner).>> Il dottor Viggiano mi comunica che: << sono sei le proposte di Federfarma presentate al governo nel corso dell’Assemblea pubblica che si è tenuta a Roma al teatro Eliseo e che ha visto una corposa delegazione di Federfarma Salerno. “Forse non tutte recepibili, ma interessanti ed essenziali, soprattutto mentre si mette in campo una nuova governance farmaceutica”, ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenuta ai lavori dei titolari di farmacia.
Aggiunge Viggiano che, << per il presidente di Federfarma Annarosa Racca è ormai necessario ripristinare uno standard omogeneo sul territorio nazionale per quanto riguarda le modalità di erogazione dei farmaci, fino alla necessità di tutelare la farmacia del privato in quanto presidio del Servizio sanitario Nazionale dall’entrata dei capitali. Su un punto il Ministro e il Presidente Federfarma si sono trovate d’accordo, ovvero la necessità di spingere affinché si concretizzi sempre di più la farmacia dei servizi.>> – Conclude Viggiano: << E’ arrivato anche l’auspicio affinché i farmaci innovativi tornino nelle farmacie del territorio. Soprattutto perché l’Italia sta per essere “invasa” da un’ondata di nuove molecole – in gran parte anticorpi monoclonali per uso oncologico che verranno somministrate a pazienti trattati in ambiente domiciliare, cioè a casa. E perché il modo con cui è stata governata finora la spesa farmaceutica dimostra che le farmacie del territorio possono assicurare un monitoraggio di consumi e aderenza alle terapie assai migliore. >>
In questi giorni, in alcuni post, cerco di raccontarVi quale era stato l’orgoglio e la dignità del popolo Cilentano nella impavida lotta contro i Borboni di Re Ferdinando nei moti del 1828 e le Farmacie, ancora presenti nei nostri piccoli agglomerati, hanno un po’ le sembianze di chi eroicamente si è immolato per degli ideali come la libertà e l’autonomia che, a parer mio, il Cilento dovrà garantirsi anche attraverso questi piccoli presidi nei prossimi anni.
Per fortuna, il Cilento è ben rappresentato nella Federfarma oltre che dal Dott. Giuseppe Viggiano anche da: Dott. Lombardi Giuseppe, Farmacia di Rofrano, tesoriere Federfarma Salerno, consigliere Federfarma Campania, consigliere comitato dei rurali salernitani – Dott. Lupo Francesco, Farmacia di Ceraso, vicepresidente Federfarma Salerno, presidente comitato dei rurali, consigliere nazionale consiglio Federfarma delle regioni – Dott. La Regina Vito Rocco, Faramacia di San Rufo, consigliere Federfarma Salerno, consigliere comitato dei rurali salernitani – e a loro che chiedo di vanificare la qualsiasi comparsa all’orizzonte di comportamenti scorretti di alcune Asl locali, praticato con il silenzio compiacente delle forze amministrative e politiche regionali, mettendo in atto forme pubbliche di protesta a cominciare dall’informare l’opinione pubblica così da preservare e casomai coadiuvare la resistenza di questi presìdi nelle nostre comunità.