Nella mattinata di ieri, una coppia di origini marocchine ha prelevato, senza alcun consenso medico, la propria figlioletta di soli quattro mesi dal reparto di pediatria di un ospedale Ruggi D’Aragona di Salerno. La neonata era stata ricoverata a causa di un’intossicazione da cocaina, una situazione estremamente grave che ha richiesto cure immediate e approfondimenti medici. La decisione dei genitori di allontanare la bambina dalla struttura ospedaliera suscita preoccupazioni non solo per le condizioni della piccola, ma anche per le implicazioni legali e sociali che ne derivano. Attualmente, le forze dell’ordine, tra cui polizia e carabinieri, sono impegnate in una vasta operazione di ricerca della coppia, battendo palmo a palmo diversi comuni e aree della provincia di Salerno. È noto che la coppia aveva vissuto in diversi luoghi, e nelle ultime settimane hanno affrontato la difficile situazione di vivere senza fissa dimora, dopo essere stati sfrattati da un appartamento a Eboli due mesi fa. Questa instabilità abitativa non solo complica le ricerche, ma solleva interrogativi sulla capacità dei genitori di fornire un ambiente sicuro e stabile per la loro bambina.
Le autorità hanno manifestato preoccupazione riguardo alla posizione legale dei genitori, la quale potrebbe aggravarsi ulteriormente in conseguenza delle circostanze legate all’incidente. Entrambi i genitori, ascoltati dalle forze dell’ordine dopo la segnalazione dei medici, non hanno fornito spiegazioni adeguate riguardo al modo in cui la neonata sia venuta a contatto con la sostanza stupefacente. Le indagini preliminari hanno escluso che l’assunzione di cocaina potesse derivare dall’allattamento, come confermato dai risultati delle analisi delle urine della madre, che mostrano una bassa concentrazione della sostanza. Inoltre, la madre ha dichiarato di non allattare la bambina. In considerazione delle attuali condizioni di salute della bambina, che era arrivata in ospedale in stato di semi-incoscienza e con difficoltà respiratorie, il rischio è che, senza un intervento immediato, la sua condizione possa deteriorarsi ulteriormente.
Il fatto che la coppia sia riuscita a lasciare l’ospedale approfittando di un cambio turno solleva ulteriori interrogativi sulla sicurezza degli ambienti ospedalieri e sui protocolli adottati per la custodia dei minori in situazioni vulnerabili. È fondamentale che le strutture sanitarie rivedano e rafforzino le procedure operative affinché episodi simili non possano ripetersi, proteggendo così i diritti e la vita dei più piccoli. Inoltre, la mancanza di chiarezza sulle motivazioni dietro la decisione dei genitori di portare via la loro bambina dal reparto pediatrico è un elemento che potrebbe giocare un ruolo cruciale nel dibattito legale e sociale riguardante il futuro dell’affidamento della neonata. L’assenza di una rete di supporto adeguata, sia a livello familiare che comunitario, accentua il bisogno di interventi precoci da parte dei servizi sociali per tutelare i diritti dei minori e assicurare il loro benessere.
In prospettiva legale, la situazione della coppia potrebbe degenerare in accuse di abbandono o negligenza, con potenziali conseguenze penali. Per il momento, la priorità rimane la localizzazione della famigliola e il rientro della neonata in un ambiente sicuro. La pubblica autorità dovrà agire di concerto con i servizi sociali per avviare le procedure necessarie che possano garantire il benessere della bambina, prendere in considerazione l’affidamento temporaneo e, se necessario, valutare misure di protezione.