Dal 19 al 24 agosto 2025, a Stella Cilento, torna per sei sere Cuntarìa, il festival dell’immaginario rurale, giunto all’ottava edizione. Un appuntamento in cui si sviluppano percorsi di storie e di allegria: spettacoli di narratori, artisti, cantastorie, ma anche musica popolare e non, antichi sapori cilentani e buon vino. L’immagine guida di questa edizione è stata interpretata e realizzata da Francesca Monzo una creativa part-time che pur vivendo altrove mantiene un rapporto ben saldo con le sue radici; tanto che da alcuni anni è parte attiva e necessaria nella realizzazione del Festival. Il manifesto della VIII edizione èun varco visivo verso un mondo sommerso. Racconta l’incontro impossibile tra la Sirena Leucosya, creatura del mare che dalla mitologia greca si riconosce in Punta Licosa, e il Dolmen La Pietra del Mulacchio, sentinella di pietra posta sulla cima del Monte della Stella come un volto preistorico. Un incontro tra elementi che non dovrebbero toccarsi mai e che pure si cercano da sempre: il mare che è memoria, e la pietra che è tempo. Quando la Sirena tocca il Dolmen, qualcosa si apre. Le fenditure nella pietra si spalancano e dietro di esse compare un mondo che non appartiene né alla terra né alle acque: è Cuntarìa. Non un luogo soltanto, ma un’identità che riaffiora e che invita a entrare.
Ma che cos’è, davvero, l’immaginario di un luogo? E come si descrive qualcosa che prende vita e si sviluppa solo in presenza d’una fantasia collettiva? Si potrebbe dire che equivale a scavare fino alle radici di un popolo e capire come e perché si senta parte di quel luogo e quello soltanto. L’immaginario rurale celebrato da Cuntarìa appartiene al Cilento Antico, quello che c’era già prima che il Cilento si conoscesse come lo si conosce oggi. E che era fatto di tutto ciò che vi offriamo attraverso il Festival: personaggi fantastici ispirati a persone reali, fiabe che nascono dal vero, suoni popolari, stornelli che tentano di spiegare l’inspiegabile, storie che si fanno sapori, la quotidianità trasfigurata in scena… È ancora così? Anni, a volte secoli, dopo la creazione di questa identità storica, ci riconosciamo in ciò che raccontiamo?
Siamo ancora noi? Ce lo chiediamo mentre ci prepariamo ad aprire le porte di questo fantomatico Regno che esiste e non esiste, che c’è solo quando decidiamo di dargli vita e che vive comunque dentro di noi. E probabilmente la magia che c’aspetta di dover vivere grazie a Cuntarìa, ci porta a pensare che sì, è così che siamo nel profondo. Che abbiamo lo stesso senso di appartenenza, quello che è nato chissà quando, ma che pure è andato rafforzandosi in tutti questi anni che ci separano da ciò che mettiamo in scena. Sei notti all’anno per raccontarsi, per essere qualunque cosa si voglia essere. E tu, chi sei? In quanto a noi, vi aspettiamo: TRASITI!
