In un contesto globale in rapida evoluzione, spicca un paese che, pur nella sua pacata discrezione, si è guadagnato un posto d’onore per il suo avanzamento tecnologico e la sua eccellenza educativa: la Finlandia. Questo paese nordico non solo incarna l’ideale di una società tecnologicamente progredita ma anche di un sistema educativo esemplare.
Nella recente relazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo (PNUS), la Finlandia è emersa come il paese più tecnologicamente avanzato al mondo, superando persino gli Stati Uniti. Un risultato che non va preso alla leggera, considerando che lo studio ha esaminato 72 paesi attraverso l’Indice di Progresso Tecnologico (TAI), valutando vari aspetti come le competenze tecnologiche dei cittadini, l’utilizzo di Internet, e la capacità di integrare la tecnologia nell’economia di rete. Analizzando la relazione dell’ONU più da vicino, emerge che la Finlandia eccelle in vari ambiti. I finlandesi hanno dimostrato eccellenza nell’innovazione, misurata attraverso indicatori quali brevetti, royalties e diritti di licenza, e esportazioni tecnologiche. Inoltre, due delle loro città, Helsinki e Oulu, sono riconosciute come centri tecnologici di rilevanza globale.
Il paese figura tra i primi dieci al mondo per investimenti in ricerca e sviluppo, un settore fondamentale per l’innovazione continua. Questo investimento ha portato benefici non solo in termini economici ma anche nella qualità della vita dei cittadini. Un altro settore in cui la Finlandia eccelle? L’istruzione. Secondo l’indice PISA dell’OCSE, il sistema scolastico finlandese è tra i migliori del mondo. Un risultato che riflette non solo la qualità dell’insegnamento ma anche un approccio pedagogico innovativo. L’istruzione in Finlandia è un viaggio continuo dall’infanzia all’adolescenza, senza i netti stacchi che caratterizzano altri sistemi educativi, inclusi quello italiano. Un’unica scuola obbligatoria da 7 a 16 anni, senza esami di passaggio e senza voti fino ai 13 anni.
Questo approccio riduce lo stress sugli studenti più giovani e promuove un ambiente di apprendimento più sereno e produttivo. Inoltre, i maestri finlandesi sono tenuti per legge a concedere pause frequenti durante le lezioni, un metodo che si è dimostrato efficace nell’aiutare i bambini a apprendere meglio.
Di fronte a questi risultati è impossibile non chiedersi se il modello adottato in altri paesi europei non sia da rivedere, soprattutto per quanto riguarda l’Italia. Confrontando i dati della Finlandia con la situazione del nostro sistema scolastico, infatti, emerge un quadro poco incoraggiante.
Le sfide del nostro sistema scolastico ci suggeriscono che potrebbe essere il momento di guardare oltre i confini nazionali. E certamente per molti studenti l’esperienza di un anno all’estero potrebbe rivelarsi più formativa che mai. L’esposizione a un sistema educativo diverso, magari proprio quello finlandese, potrebbe non solo ampliare gli orizzonti ma aiutare gli studenti a sviluppare nuove skill.
Vivere un anno all’estero sarebbe quindi un’opportunità unica di crescita personale e accademica. Inserendosi in sistemi educativi più avanzati e innovativi, gli studenti italiani potrebbero acquisire nuove conoscenze. E persino arrivare ad arricchire il bagaglio culturale con strumenti in grado di garantire loro il successo in un mondo sempre più globalizzato e tecnologicamente avanzato.