Valorizzare il culto della Madonna del Monte della Stella, risalente all’anno 1000, significa investire sulla storia del territorio e sulle sue tradizioni. Un patrimonio di cui siamo profondamente orgogliosi, che può e deve diventare un polo attrattivo anche in chiave turistica. Il Monte Stella, da questo punto di vista, rappresenta infatti una sintesi tra i richiami storici, religiosi e naturalistici. Ed è una buona idea quella di accostare il sacro al profano, quando si parla di rilancio culturale e religioso di una parte del Cilento, forse, per troppi anni restata in disparte, come questo Monte, ove agli albori della comunità Cilentana era collocato lo scomparso insediamento di Cilento, ubicato sul vertice del rilievo, dal quale ebbe nome il centro abitato fortificato e come tale indicato nei documenti, secondo la terminologia medioevale, come Castellum Cilenti.
Il rilancio (2016) del Santuario della Madonna della Stella è coordinato, con le relative iniziative da mettere in campo, dal parroco di Omignano Don Walter Santomauro e dal Parroco di Sessa Cilento Don Silvestro Zamarrelli che, con le rispettive amministrazioni comunali, ritengono opportuno potenziare ed allargare la fruibilità del Santuario anche attraverso percorsi naturalistici già presenti, come la scala santa o i sentieri che conducono ad imponenti megaliti, facenti parte, secondo alcuni studiosi, di un enorme osservatorio astronomico. Certo il progetto sembra ancora in embrione, ma le fondamenta per una mirabile attività finale sono poste; molto è demandato all’amministrazione politica del territorio che sicuramente dovrà farsi carico del ripristino di alcune criticità presenti, come: l’eliminazione di erbe infestanti, la pulizia ed il ripristino della viabilità interna e del bosco e la pulizia della strada di accesso al Monte, anche se quest’ultima è di proprietà dell’Enav, poiché sulla vetta vi è, ormai da circa un trentennio, una postazione radar.
La bellezza naturalistica, la storia della Montagna ed il richiamo devozionale, infatti, sono parte di uno stesso mosaico, rispetto al quale si potrebbero creare anche percorsi di visita dedicati alle scuole, essendo la nostra montagna bella, solitaria e, per molti versi, ancora incontaminata. Questa encomiabile iniziativa, avrebbe un potenziale turistico enorme per tutti quei vacanzieri che fuggono le mete troppo affollate. Il Cilento ha un patrimonio culturale, storico e religioso di valore inestimabile custodito grazie all’attività della Chiesa e, soprattutto, delle Comunità locali, che può rappresentare, salvaguardandone la valenza spirituale, anche uno strumento capace di produrre beni e servizi. Si tratterà dunque di una importante ricaduta non solo sul piano culturale, ma anche dello sviluppo economico in vista di una intensificazione dei flussi di turisti e pellegrini. Pellegrinaggi non solo religiosi, ma anche di tradizione colta che potranno portare ad una rivisitazione e ad un approfondimento dei secoli di storia del Santuario.