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mercoledì, 26 Giugno 2024
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Appello del Codacons Cilento sul controllo delle concessioni balneari scadute e il rispetto delle spiagge libere

Con la Sentenza del 20/05/2024, n. 4481 il Consiglio di Stato ha ribadito che tutte le proroghe delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative – anche quelle in favore di concessionari che avessero ottenuto il titolo in ragione di una precedente procedura selettiva, laddove il rapporto abbia esaurito la propria efficacia per la scadenza del relativo termine di durata – sono illegittime e devono essere disapplicate dalle amministrazioni ad ogni livello, anche comunale, imponendosi, anche in tal caso, l’indizione di una trasparente, imparziale e non discriminatoria procedura selettiva.

Così il Codacons Cilento, in seguito a questa decisione, ha avviato una nuova iniziativa legale presentando una diffida alle Capitanerie di Porto di tutta Italia chiedendo di sanzionare l’utilizzo di concessioni balneari oggetto di proroga illegittima, garantendo in tal modo il pieno utilizzo delle spiagge italiane ai cittadini – afferma l’avv. Bartolomeo Lanzara responsabile del Codacons Cilento – Nel 2006, la direttiva Bolkestein (2006/123/CE) ha obbligato gli Stati membri a liberalizzare il settore delle concessioni balneari, eliminando il sistema di rinnovo automatico. Tuttavia, l’Italia ha spesso prorogato tali concessioni, spingendo l’Unione Europea ad aprire una procedura di infrazione. Recentemente, il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 3940/2024, ha dichiarato illegittima la proroga delle concessioni balneari fino al 31 dicembre 2024.

Ha stabilito che le amministrazioni locali devono disapplicare qualsiasi proroga oltre il 31 dicembre 2023, conformemente ai limiti del diritto europeo. Pertanto, le attuali proroghe delle concessioni balneari devono essere considerate invalide. Sebbene alcune interpretazioni giuridiche abbiano ritenuto legittima la continuazione delle attività balneari in attesa di un intervento legislativo, la sentenza del Consiglio di Stato appare in linea con la Direttiva UE. Le spiagge italiane, in assenza di concessioni valide, sono quindi liberamente accessibili a tutti i cittadini ».

«Insomma, i cittadini possono usare le spiagge come “libere”, portando ombrelloni e lettini anche nelle aree occupate dagli stabilimenti con concessioni scadute, senza che i gestori possano opporsi. – sottolinea l’Avv. Bartolomeo Lanzara, resp. Codacons Cilento – Invece, le Capitanerie di Porto, secondo il Codice della Navigazione (RD 327/1942), devono vigilare sul rispetto delle norme sull’uso del demanio marittimo e adottare provvedimenti per monitorare, accertare e sanzionare l’uso delle concessioni balneari prorogate illegittimamente, garantendo l’accesso libero alle spiagge per i cittadini». «Il Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ha ben 100 chilometri di coste tra le più belle della Campania e del nostro Paese. Uno straordinario patrimonio che di anno in anno registra un costante restringimento.

A pagare però non possono essere i cittadini che hanno il diritto di utilizzare la spiaggia pubblica liberamente.  – sottolinea Lanzara – Le segnalazioni che ci giungono, da anni, riguardano le concessioni di spiagge pubbliche agli stabilimenti balneari per ampliamenti, spesso ingiustificate, a discapito della spiaggia pubblica in modo, eccessivo, rispetto a quello che prevede la legge. Un rischio che deve essere assolutamente evitato perché le spiagge pubbliche sono destinate a servire i bisogni della collettività.

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Redazione Notizie
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