E´ chiaro, ma anche giusto e doveroso dissuadere gli automobilisti da comportamenti pericolosi. Nessuno vuole istigare al far west nella guida automobilistica. Certamente chi sbaglia e mette soprattutto a repentaglio la vita di tutti deve pagare, magari fino al ritiro della patente o con il carcere.
Ma tutto ciò non può indurre chi dovrebbe tutelare l’incolumità pubblica, ad un’approssimazione delle proprie competenze, tantomeno i nostri già disastrati e spopolati Comuni possono rimpinguare le proprie casse raschiando il barile o mettendo le mani negli altrui portafogli. E’ di questi giorni la comparsa di un nuovo aggeggio mobile per la rilevazione della velocità sulla ormai definita “salvadanaio” chiamata anche cilentana.
Qui, su di un limitato tratto stradale di circa 30km, ben 3 Comuni si dividono la “pappatoia” derivante dagli Autovelox: Agropoli, Vallo della Lucania e Rutino, tutti ricadenti su questo determinato percorso stradale e tutti, sembra, con unico scopo: rimpinguare le casse comunali a suon di multe per eccesso di velocità. Verbali che vengono elevati su una strada a scorrimento veloce con limiti che si alternano tra i 50 km/h e gli 80km/h.
Preciso che al momento gli autovelox fissi di Agropoli e quello di Vallo Della Lucania sono stati, il primo sospeso, rimosso invece quello in prossimità di Vallo, dopo la diffida da parte di Anas, proprietaria dell’arteria, a causa della non regolarità ed autorizzazione di posa in opera. Ma il punto della questione è proprio qui: le amministrazioni puntano alla prevenzione o alla repressione con annesso fondo cassa senza curarsi di ottemperare alle regole imposte? Sembrerebbe di si!
L’ultimo Comune ad aver “sposato la causa” dell’Autovelox sulla cilentana, è quello di Rutino. Un’adesione questa, però, coincidente con un fatto che tende a far pendere l’ago del sospetto verso chi sostiene che le apparecchiature servano esclusivamente per fare cassa.
Martedì 29 Settembre 2020, infatti, i primi rilevamenti della velocità, con postazione mobile, sono stati effettuati nel tratto antecedente qualche centinaio di metri prima dell’uscita “Perito”, interessato dal limite di velocità di 50km/orari. L’obiettivo, come sicuramente avranno esposto dall’ente, era ed è quello di aumentare il livello di sicurezza stradale.(??!!)
Il punto, però, è che proprio su quel tratto in cui i Vigili effettuano i controlli, il limite è di 50 Km/h, un po’ poco per una strada a scorrimento veloce. Non solo, il tratto in questione arriva (va) subito dopo un tratto in cui il limite è a 80 Km/h, una variazione di ben 40 Km/h che, nel caso di rallentamento repentino, come avviene, ahimè anche sotto la copertura “Tutor” in autostrada, potrebbe anche provocare un tamponamento.
Ma c’è dell’altro. Nella giornata appena citata, nulla è stato fatto per garantire più visibilità all’autovelox presente, non vi era, come previsto dalla Legge un vigile urbano in divisa e in piedi nel punto del rilevamento e per tutta la durata del servizio, né il segnale, da porsi su entrambe le posizioni di marcia, con il caschetto dei vigili urbani. Dalla documentazione in nostro possesso e, soprattutto dal video che vi postiamo sotto, appare evidente tutto ciò.
La musica cambia, di poco, questa mattina (02 Ottobre n.d.r.). Sempre i vigili in auto, questa posizionata sulla carreggiata nord e con un solo cartello visibile sulla stessa corsia ma mancante nell’altra; pertanto tralasciando la posizione di uomini e attrezzi, mi chiedo: l’Autovelox rilevava le velocità delle auto su entrambe le corsie oppure solo su una? Nel caso avesse rilevato il transito delle auto sulla corsia opposta, è evidente che, essendoci uno svincolo d’ingresso, non tutti potrebbero accorgersi del rispetto dei 50 Km/h, quindi, ergo la multa è assicurata.
Per gli utenti appare sin troppo chiaro che il posizionamento indiscriminato ma sopratutto senza conoscerne le regole (poi dopo la prima denuncia sui social l’Ente si è messo al riparo – relativamente) è un’altra ‘trappola’ pronta a ‘tosarci come pecore ’. Già in circolazione sulle nostre strade spesso si appostano agenti in forza alla Polizia provinciale, che più che tutelare la sicurezza stradale, dagli appostamenti eseguiti, sembra vogliano tutelare le casse ‘esanime’ del loro ente di riferimento. Ho un quesito da porre agli Enti pubblici sopra citati. Come mai non vedo tanta solerzia nel liberare dai rifiuti abbandonati la stessa cilentana o altre strade in pessimo stato che danno un’immagine devastante del nostro territorio?
Si parla di futuro eco-ambientale migliore e di ripristino della viabilità intera ma sarebbe il caso di parlare di ‘scopa e paletta’ per non rimediare figure meschine a livello planetario. Purtroppo contrastare e ripulire i danni degli incivili, non rende granché a livello economico, anzi è solo un costo. Ecco perché i ‘tosati come pecore’ se vorranno un po’ di decoro, dovranno (da volontari) rimediare alle storture viarie o come nel nostro caso…pazientare. Strade usurpate da rifiuti che possono invadere la carreggiata al primo soffio di vento, non mi sembrano un esempio di sicurezza stradale. Attendo fiducioso un gentile riscontro dalle istituzioni, ma purtroppo, per ovvi motivi (sempre economici) non nutro molte speranze.
A tutto ciò, evidenzio la questione del costo elevato di una contravvenzione, che considero sproporzionato, soprattutto in tempi di forte crisi economica. Non si può far pagare il superamento del limite di velocità minimo con 160 euro. Ma vi rendete conto, quanti sono 160 euro? Per qualcuno, rappresenta, quasi un quarto di stipendio.
Se i nostri amministratori comunali per pareggiare i loro bilanci, si vedono costretti a multare e a tassare a più non posso i propri cittadini, beh è proprio il caso di dire “lasciate ogni speranza o Voi…..”