Sandra Milo è morta a 90 anni. Si è spenta nella sua abitazione e tra l’affetto dei suo cari come aveva richiesto. Lo ha reso noto la famiglia. Sandrocchia, come l’aveva soprannominata Federico Fellini per il quale è stata una musa, è stata una delle attrici più popolari del cinema italiano. Milo è morta a Roma, circondata dalla famiglia. Sandra Milo, nata a Tunisi l’11 marzo del 1933, vero nome Salvatrice Elena Greco, fu musa proprio di Fellini e protagonista del cinema italiano negli anni sessanta. Cresciuta in Toscana, ha esordito al cinema nel 1955 in Lo scapolo, accanto ad Alberto Sordi. Con la partecipazione a film come Il generale Della Rovere, Adua e le compagne, Fantasmi a Roma, Giulietta degli spiriti e, soprattutto, 8½, premiato con l’Oscar, è stata tra le protagoniste del cinema italiano degli anni sessanta e fu, insieme ad altre attrici come Claudia Cardinale, musa del regista Federico Fellini.
Il successo arrivò con Rossellini con Il generale Della Rovere nel 1959. Poi il decisivo incontro con Fellini. Vinse un doppio Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista. Negli anni seguenti ha lavorato con Luigi Zampa e Dino Risi. Tornò a recitare nel 1979 in alcune commedie di genere e intanto iniziò una altrettanto fortunata carriera televisiva. A Roma è legata, tra le tante cose, proprio al cinema con film come Fantasmi a Roma, con la regia di Antonio Pietrangeli e il documentario Roma, santa e dannata, con la regia di Daniele Ciprì.
La Musa di Fellini, nel 2021 partecipò al Villammare Film Festival. Qui l’attrice presentò “Free – Liberi”, film diretto da Fabrizio Maria Cortese in anteprima nazionale. La pellicola racconta la storia di cinque anziani romani, tutti ospiti nella stessa casa di riposo. Trascorrono le loro giornate tutte nello stesso modo, annoiati dalla routine e delusi dai familiari, che non vedono spesso e da cui non ricevono affetto. La celebre attrice su que palco ritirò anche il premio ” Icona del Cinema “ In quei pochi giorni di soggiorno nel Cilento, la Milo decantò la monumentalità degli alberi di ulivo presenti nel Cilento. “Mai ne avevo visti di così grandi, immensi – disse – mi hanno dato una grande emozione. Trasmettono un’energia, una forza , la storia di un popolo e di una terra”.