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venerdì, 29 Marzo 2024
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“Caligo”, l’effetto meteorologico che ha avvolto il Cilento

Capita molto raramente, soprattutto nella parte montuosa del Cilento durante il periodo invernale, che si abbia un risveglio come quello capitato oggi (25 Febbraio 2021) è documentato da numerose foto sui social. Una coltre nuvolosa stratificata, veleggiava “sotto i nostri piedi”. Nonostante la giornata iniziava  con temperature deliziosamente miti, in gran parte de Cilento ( la foto rappresenta il “cumulo” sulla pianura dell’Alento)  si è formata una densa coltre di nuvole basse a partire dal livello del mare fino ai rilievi del primo entroterra. Si tratta della “caligo”, come detto, cioè la “nebbia dal mare” che si verifica soprattutto nel periodo tardo invernale e primaverile.


E’ provocata da un flusso mite, da sud, ma con la superficie marina che risulti fredda, in modo tale da raffreddare il più possibile gli strati bassi dell’atmosfera immediatamente prossimi al contatto con la superficie del mare.

Nasce così una sorta di limite di barriera appoggiato al suolo, dove si svolgono importanti processi tra i quali il trasferimento o la perdita di calore dalla superficie e l’evaporazione, ma anche l’immissione diretta di sostanze inquinanti.


Durante l’inverno il terreno nottetempo perde più calore di quanto ne acquisti durante il giorno e pertanto gli strati prossimi ad esso si raffreddano di più rispetto agli strati superiori esterni allo strato limite. Nasce così il fenomeno dell’inversione termica, che tiene , per così dire, “incollato” a terra il nostro strato freddo, umido e inquinato. In condizioni di elevato contenuto dio umidità la massa d’aria giunge a saturazione condensando in minuscole goccioline: è la nebbia.

Bene, ma se per qualsiasi motivo questo strato d’aria inizia a spostarsi, genererà attrito con lo strato superiore fermo e dunque lungo la linea di contatto tra i due inizieranno a svilupparsi piccoli rotori che portano a condensazione l’umidità appena al di sopra del suolo. Ecco che nascono banchi di nubi basse, molto spesso intrappolate e contenute dalla presenza di ostacoli orografici e /o costieri.


Il fenomeno è molto frequente un po’ su tutto il nostro Paese in condizioni di persistenti anticicloni, con una frequenza maggiore soprattutto sulle regioni tirreniche, dove agisce l’azione di contenimento appenninico contro i venti sud-occidentali che tendono a prevalere sugli altri.

La foto di copertina è di Michele Massanova

© Diritti Riservati

Redazione Meteo
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