È l’interesse medievalistico a convincere Cesare Balbo, inizialmente diffidente, a riavvicinarsi alla vita e all’opera di Dante, ossia al modello più alto di esperienza politica e di espressione culturale dell’età comunale; un modello collocabile al vertice della parabola che segna la faticosa ascesa e il rapido crollo delle libertà cittadine. Il Poeta, nella duplice veste di «uomo d’azione e di lettere» diventa, nell’interpretazione del biografo, il personaggio che raccoglie in sé le virtù e i vizi degli italiani, assurgendo a emblema della millenaria vicenda dell’indipendenza, prima promossa con efficace moderazione sotto la guida della Chiesa, poi compromessa con rabbiosa avidità sotto la spinta del settarismo.
Oltre all’autore, interverranno alla presentazione il direttore del museo storico archeologico di Nola Giacomo Franzese, il direttore dell’ufficio beni culturali della diocesi di Acerra Gennaro Niola, la professoressa Carla Sorrentino, docente di lettere, il segretario generale della UILP Campania Biagio Ciccone e il presidente dell’ADA (associazione per i diritti degli anziani) di Napoli Alfonso Trotta, moderati dal professore Michele Giustiniano, teologo e giornalista culturale. Antonio Tafuro, nato a Saviano (NA), classe ’44, è autore di numerose pubblicazioni sui fondamenti della civiltà fiorentina del Tre-Cinquecento, sul pensiero estetico di Vico e Gravina, sulla riflessione politica di Machiavelli, sull’arte drammatica di Verga e su molti altri argomenti.
Con la stessa casa editrice Passione Educativa ha già pubblicato: Elogio della scuola laica. Giuseppe Parini educatore e riformatore delle istituzioni scolastiche (2016); Inquieta filantropia. Gaspare Morardo tra religione e ragione (2018).