“Le pene di Kallion, figlio del Vento dell’Est”, è questo il titolo del primo libro del giovane di Sessa Cilento, Francesco Falcione, pubblicato dalla casa editrice “Largo Libro” di Agropoli.
Nato nel 2001, appassionato di musica, e arte, solo da qualche anno – scrive – , da quando la mia la mia vita e cambiata nuovamente, il mio rifugio è stato la composizione di canzoni, racconti e poesie. La passione per la scrittura l’ho scoperta per puro caso, in un momento particolare della mia vita. Di getto decisi di scrivere dei miei pensieri a caso su fogli avevo quindici anni. Da quel giorno – conclude – scoprii di avere la passione per i racconti e le poesie e non mi sono più fermato .
Queste le note dell’editore: “La poesia del giovanissimo Francesco Falcione si rifà prevalentemente a linguaggi e visioni legate ai secoli passati, in particolare all’età medievale.
Una parola particolarmente affascinante, la sua, che chiede al lettore di abbandonare almeno per un po’ i ritmi fin troppo frenetici ai quali siamo abituati oggi per immergersi nell’ascolto lento e attento. Da “Soffio vitale” a “I primi cantici di primavera”, da “Dolce musica” a “Spirito libero”, l’autore ci dona cinquantaquattro piccole perle che richiamano con forza sensazioni, sentimenti, riflessioni legate a quelli che sono da sempre – e sempre saranno – temi fondamentali sui quali si misura l’uomo: il bene e il male, i valori fondanti e fondamentali, la Natura intesa come madre e insegnante, il dolore, la possibilità del riscatto personale e collettivo. Temi complessi, “attraversati” da Kallion, l’immaginario protagonista di queste poesie che si rifanno anche a cadenze e visioni più squisitamente teatrali (e del resto lo stesso Francesco Falcione lo precisa, in una nota finale).
In queste pagine c’è spazio per rimproveri e condanne, ma anche per rimpianti e nostalgie. La bella grafica che accompagna i testi, efficace e curata nella sua semplicità, richiama la figura della spirale, da sempre doppio simbolo di avvolgimento su se stessa e di espansione; come sempre, sta all’uomo scegliere e percorrere di volta in volta strade che portano all’involuzione oppure all’evoluzione. Consapevoli o no, è una scelta che facciamo ogni giorno, sia da un punto di vista personale che collettivo. La voce degli artisti, e forse in particolare proprio quella dei poeti, è aiuto determinante e irrinunciabile per meglio comprendere, e quindi per meglio scegliere.”
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