Un terreno di circa 4600 metri quadri a Zimbor, nella contea Salaj, in Romania, sequestrato insieme a decine di altri beni mobili e immobili sparpagliati nel Cilento e riconducibili all’imprenditore delle pompe funebri di Capaccio Paestum Roberto Squecco, questa parte dell’imputazioni a suo carico di cui si sta occupando, da stamane la Squadra Mobile di Salerno, guidata da Marcello Castello, e la Divisione Anticrimine della Questura di Salerno, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo guidato da Fausto Lamparelli e del Servizio Centrale Anticrimine, diretto da Giuseppe Linares, notificando il decreto di sequestro e contestualmente un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Squecco e altri dieci indagati, da parte della Procura di Salerno guidata da Giuseppe Borrelli
L’inchiesta della Dda salernitana denominata ‘Croci del Silaro’ riguarda le infiltrazioni criminali nei servizi di trasporto infermi e delle onoranze funebri. Le accuse spaziano dall’intestazione fittizia di beni al riciclaggio, al reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, auto-riciclaggio, peculato, abuso d’ufficio e falso, turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Il nome di Squecco , già compariva, nelle carte della Procura salernitana, come co-indagato nel decreto di perquisizione del maggio 2019 a carico di Franco Alfieri, l’uomo simbolo del ‘patto della frittura di pesce’ siglato nel 2016 dal governatore Pd Vincenzo De Luca all’Hotel Ramada con 300 sindaci campani.
Il 9 giugno 2019, Alfieri vinceva il ballottaggio e veniva eletto sindaco di Capaccio Paestum. Per acclamarlo, nella notte della”vittoria” , le ambulanze delle onlus riconducibili a Squecco avevano creato un corteo a sirene spiegate lungo via Magna Grecia, fermandosi davanti al comitato elettorale di Alfieri, per festeggiare, non solo il neo sindaco ma anche la stessa moglie di Squecco eletta nelle liste dell’attuale primo cittadino ed oggi sottoposta agli arresti domiciliari.
L’episodio è anch’esso citato nel decreto di sequestro odierno perché Squecco guidava una di quelle ambulanze, intestata all’associazione ‘Croce Azzurra Città di Capaccio’ (una delle onlus sequestrate), e perché l’imprenditore rivendicò pubblicamente l’iniziativa e la proprietà dei mezzi in alcune interviste a testate locali.
Alle risultanze delle indagini, spicca la voce forte di Dario Vassallo, fratello del compianto Sindaco Pescatore e presidente dell’omonima associazione che scrive: “Nuovi e ancor più inquietanti fatti di cronaca giudiziaria coinvolgono il Comune di Capaccio Paestum a tal punto che chiediamo alla Commissione Antimafia, che già si è occupata di alcune vicende, di sollecitare il ministro dell’Interno affinché venga nominata una commissione d’accesso per prendere in considerazione l’ipotesi dello scioglimento dell’amministrazione comunale”.
“Sono stato ascoltato il 15 ottobre 2019 dalla Commissione Antimafia su alcune e particolari vicende che coinvolgono gli attuali amministratori del Comune – continua Vassallo – ho esposto e documentato le azione delittuose messe in campo da alcuni personaggi che siedono attualmente al Municipio”.
“All’azione di legalità e trasparenza – cito solo il caso delle ‘strade fantasma’ – aggiunge – si è scatenata puntuale una campagna diffamatoria e pericolosa”. “Qualcuno ha additato il sottoscritto, il fratello del Sindaco Pescatore, come il ‘nemico del Cilento’ – denuncia Vassallo – veri e propri avvertimenti in uno stile marcatamente mafioso”.
“Nulla ci farà indietreggiare, demordere – sottolinea il Presidente della Fondazione Angelo Vassallo – abbiamo già pagato un prezzo altissimo, l’uccisione di un sindaco, un omicidio politico-camorrista che a distanza di anni, è avvolto nella nebbia del mistero”. “Non abbiamo paura e non temiamo nessuno – conclude Vassallo – camorristi, ignavi e collusi sappiamo come agiscono e per questo chiediamo l’accensione di un faro sull’amministrazione comunale con la nomina di una Commissione d’accesso agli atti che porti allo scioglimento di questa amministrazione”.
Non si fa attendere la nota del Sindaco Alfieri che scrive: “Riguardo all’operazione di contrasto alle infiltrazioni criminali nel settore del trasporto infermi e delle onoranze funebri, sono già iniziati attacchi pretestuosi verso di me, il Comune di Capaccio Paestum e la mia Amministrazione. Voglio sottolineare che si tratta di fatti del tutto estranei all’attività amministrativa portata avanti dal nostro Ente, di vicende che nulla hanno a che fare con il lavoro quotidianamente svolto dall’amministrazione che guido. Alla consigliera Stefania Nobili auguro di chiarire presto la sua posizione nell’interesse suo e della Comunità”.