L’unica strada percorribile, prima della vetta, sarà un cammino di emergenza creato dai forestali per dare accesso alle varie comunità che saranno presenti, come da tradizione, domani Domenica 26 Maggio 2019 per la riapertura di uno dei luoghi religiosi più importanti del Cilento e di una buona parte del sud Italia. Riaprirà, dopo il lungo periodo di pausa invernale, il santuario Maria SS.ma del Sacro Monte Gelbison. All’inaugurazione di questa nuova stagione di pellegrinaggi, sarà presente S.E. il Vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania Mons. Ciro Miniero.
Non si può che accogliere con gioia la notizia di questo bel recupero, sia spirituale che concreto di un luogo di culto così importante per la storia del nostro territorio, e cercare di esserne partecipi riscoprendo quelle innegabili radici cristiane che sono parte di noi e ad oggi rischiano troppo spesso di essere dimenticate, ha commentato Don Carmine Troccoli, rettore del Santuario. Aggiunge – Il nostro Santuario, rinnovato nelle sue strutture ricettive si inserisce a pieno titolo nella grande costellazione dei Santuari mariani e svolge con autorevolezza la sua opera di mediazione tra Dio e l’uomo. Ma perché produca i suoi frutti la visita al Luogo Sacro deve, sempre, avere un motivo nuovo per dare concretezza ai vari momenti del pellegrinaggio. Vorremo, dunque, ritrovarci assieme nella Casa della Vergine del Sacro Monte per mettere nelle sue mani le nostre richieste e i nostri propositi di bene.
Una descrizione del monaco celestino Bernardo Conti nel suo libro “Storia e miracoli della Beata Vergine del Monte Sacro di Novi” dà notizia di come gli abitanti di Novi Velia, paese alle pendici del Sacro Monte, avessero bisogno di un luogo di culto in cui venerare la Madonna, che identificarono proprio sulla vetta del monte Gelbison, ma non riuscivano mai nella costruzione.
Infatti, ogni volta che iniziavano i lavori, durante la notte qualcuno demoliva il loro operato. Allora pensarono di vegliare, a turno ogni notte, i loro lavori cercando di evitare ma anche di scoprire chi era il fautore di queste distruzione. Una notte i vigilanti pensarono di portare con loro un agnello per mangiarlo durante la veglia, ma questi scappò proprio poco prima di essere ucciso, conducendo i suoi affamati inseguitori davanti all’entrata di una grotta ostruita da un muro. Incuriositi da questo muro mai visto prima, iniziarono a scalfirlo e videro che all’interno si trovava un’immagine dedicata alla Madonna. Allora decisero di costruire proprio lì il loro santuario ed i lavori proseguirono senza più alcun intoppo. Finirono i lavori ed il vescovo fu chiamato a benedire il luogo e sempre secondo la testimonianza di Conti, durante la cerimonia si udì una voce proveniente dal cielo “Questo luogo è santo ed è stato consacrato dagli Angeli”. Tutt’ora si dice che Monte Sacro sia abitato dagli angeli.
Ma ancora, durante l’epoca longobarda, due cavalieri si trovarono a sostare davanti al sacro tempio. Data la bellezza e la sacralità del luogo, uno dei due decise di entrare per rendere omaggio alla Madonna. Il compagno, però, lo beffeggiò: come poteva un guerriero al loro pari abbassarsi ad una simile debolezza? Forse non ebbe nemmeno tempo di terminare la sua beffa: il cavallo sul quale stava viaggiando s’imbizzarrì improvvisamente, correndo verso l’orlo del precipizio antistante il piazzale. L’uomo, spaventato, implorò perdono alla Madonna supplicandola di salvargli la vita: il cavallo, allora, si fermò come per miracolo su uno spuntone di roccia, quello che ora chiamano proprio “ciampa rò’ cavallo”.