Per lo Chef Gerardo Del Duca la cucina è riscoperta della tradizione, per lui la buona cucina è fatta di tanta conoscenza e continua ricerca; dove ricerca significa riscoprire i piatti che hanno fatto grande la cucina del passato con una piccola attenzione curiosa verso nuovi prodotti.
Per Gerardo Del Duca, cucina e territorio sono sempre stati strettamente legati, soprattutto poiché questa si caratterizza per la semplicità dei cibi, pietanze non troppo elaborate ma allo stesso tempo ricche di gusto e sapore, in un territorio, un tempo, povero che si cibava principalmente dei prodotti ricavati dalla propria terra.
Questa è la cucina tradizionale, essa deriva da ciò che è accaduto nel corso del tempo in un luogo e quindi, dai prodotti di quel territorio.
Ed è alla riscoperta della cucina tradizionale che ha senso se la si collega strettamente al recupero del territorio e alle materie prime, in questo si identifica l’Associazione, “Cuoco Contadino” alla quale ha aderito lo Chef Gerardo Del Duca.
Nata a Salerno, da un’idea dello Chef Pietro Parisi e del Prof. Ruggero Andrisano Ruggieri dell’Università di Salerno in seguito alla prima edizione del corso “Il Cuoco Contadino”, finanziato dalla Regione Campania, l’Associazione – spiega la Dott.ssa Cinzia Forcellino – raccoglie attorno a sé solo i cuochi contadini che hanno fatto dell’arte povera il proprio stile di vita e che portano in tavola solo i prodotti stagionali, rivalutando un mestiere antico e poco sotto i riflettori, un modo di intendere e fare cucina “com’era una volta”.
Sapori e profumi che rievocano sensazioni, emozioni legate al passato, alle nostre tradizioni con al centro la comunità locale, le persone e le loro storie. Aziende di “contadini moderni” che con energia e impegno, promuovono i prodotti italiani nel mondo e accompagnano i visitatori alla scoperta del territorio. Tutto viene tramandato, dai metodi di coltivazione dei nostri antenati al sugo della nonna, imparando a eliminare gli sprechi, a valorizzare anche prodotti poveri e di scarto.
Certo, è sicuramente necessario considerare la fusione del cibo con la tecnologia, ma facendo attenzione che quest’ultima non intacchi la qualità altissima del prodotto proposto, ma anzi possa esaltarla e proteggerla.
L’Associazione IL CUOCO CONTADINO – continua – intende rivalutare soprattutto la figura dello chef che non bada alle stelle o alle forchette, ma insegue una sempre più minuziosa ricerca degli alimenti di alta qualità, una cultura del prodotto a km zero, biologico, senza OGM, che segue la naturale ciclicità e una lavorazione minima.
Dunque, una filosofia di vita che risponde pienamente a una cultura fatta di passato e ricordi, di sapori che spingono la mente a ricercare i luoghi dell’infanzia e di profumi che risvegliano le case la domenica mattina, in piena contraddizione a tutto ciò che oggi viene trasmesso in tv, sui social media e altro.
Non produrre, non vendere “a tutti i costi” ma attendere, aspettare: perché quando la terra è rispettata i prodotti crescono in maniera naturale e i contadini – che conoscono bene l’arte della pazienza – sanno anche che la terra, se lavorata con dedizione, ricompensa la loro fatica.
È da qui, allora, – conclude la Dott.ssa Forcellino – che parte la storia, dall’essenza, dalla valorizzazione della natura e dei suoi frutti.