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venerdì, 3 Maggio 2024
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La “Cesta della biodiversità” per riscoprire il Cilento

Nota – Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di Cilento News24“

La Cesta della Biodiversità si occupa di Aree interne e Protette del Cilento, territorio incontaminato, bello, sano, ma abbandonato e spesso depredato. “Il nostro obbiettivo è quello di cercare, con la nostra Cesta, di far vivere e far conoscere le aree interne, rimettere in coltivazione le sue terre e far diventare attori i contadini, grazie ai quali possiamo tenere viva la nostra identità e conservare le nostre radici” Come ha messo in luce Ancel Keys e sua moglie Margareth, siamo il paese della dieta mediterranea ma, nell’arco di 50 anni, abbiamo dissipato questo grande patrimonio




immateriale che un “forestiero” aveva messo in luce per noi e per il mondo. Il mondo moderno ha relegato le aree interne in un angolo ma, per fortuna, nel terzo millennio le cose stanno cambiando e il Cilento e le aree interne, a breve, diventeranno una grande beauty farm, in cui rigenerarsi e recuperare benessere. La Cesta della Biodiversità rappresenta un Gruppo Operativo d’Innovazione (GOI)che è un anello della Filiera Rigenerativa (alimentare- terapeutica) fra Aree Interne e Protette e quelle Metropolitane, verso la creazione di una Filiera della Salute, Distretto di Prevenzione e di Medicina dello Stile di Vita.



La Cesta della Biodiversità è il risultato di un lavoro di sinergie che parte da lontano, a seguito della creazione del Comitato dei Distretti Rurali, Agroalimentari di Qualità e di Filiera delle Aree Interne e Protette.

Il Comitato ha dato l’opportunità ad aziende ed enti di lavorare in Rete e di mettere in luce tanti aspetti delle problematiche delle aree interne, lontane dai circuiti commerciali ed economici. IL GOI, si pone l’obiettivo di dare un segno concreto e tangibile e di continuità reale ad un modello di sinergia partecipata, che coinvolge aziende agricole, rappresentate da piccoli produttori, che producono ma che non hanno la forza e la disponibilità di partecipare a fiere, kermesse e manifestazioni varie.

Questa rete di attori si identifica con «La Cesta della Biodiversità». La “cesta” diventa, così, l’emblema di uno sviluppo agricolo etico e partecipato. Protagoniste di uno stile di vita rurale e solidale, le ceste hanno percorso in lungo e in largo i territori del Cilento, sulle teste delle sue donne che ne sopportavano il peso con un fazzoletto intrecciato e arrotolato, la “spara”.

Una volta, le mamme di famiglia raccoglievano i frutti dell’orto e dei frutteti e li portavano nelle ceste al mercato del proprio paese o di quello vicino e, con il ricavo della giornata, riuscivano a sostenere la loro famiglia almeno per le prime necessità. La cesta, rappresenta anche momenti di convivialità e di vita importanti; in essa si riponeva il mangiare del giorno, nei momenti della raccolta o, comunque, quando si lavorava in campagna o nei cantieri.

L’anima della “cesta” sono le donne, che la riempiono e la trasportano, ieri come oggi. Il gruppo che lavora intorno a “La Cesta della Biodiversità” è costituito soprattutto da mamme, portatrici dei valori che animano da sempre il tempo e la vita: la famiglia, la collettività, l’ambiente e il territorio, la madre terra e l’opportunità di raccogliere i suoi frutti, creando reddito e lavoro per i loro figli.



Queste le ragioni di rappresentarci come “Cesta” e di utilizzare come logo, una donna, agronoma che, da sempre si occupa di agricoltura e biodiversità.

Con questa iniziativa si vuole rendere concreto il concetto di biodiversità,in cui agricoltori custodi, attraverso la ricerca, l’animazione, la comunicazione, danno vita a relazioni e interazioni con le associazioni presenti sul territorio. I prodotti della cesta rappresentano il recupero delle varietà locali, della tradizione nella coltivazione e nella loro preparazione.

Molti dei prodotti della cesta rientrano nel patrimonio delle risorse genetiche della regione Campania, frutto di recupero e caratterizzazione presso Il CREA-Centro di ricerca Orticoltura e florovivaismo di Pontecagnano, SA, come i ceci di Castelcivita, i fagioli di Controne, la lenticchia di Cicerale, i ceci neri di Controne, carciofi bianchi del Tanagro, il fagiolo Tondino di Auletta, i Pomodori Re Fiascone, la passata Belcoro di Bellosguardo, la patata di montagna di Castelcivita. Questi affiancati al Fusillo di Felitto, al vino Rachìa Lambiccato, Vino PepeRosso “L’Atteso”, Vino PepeRosso, Vino Teone, olio EVO Brio e Luce di Castel San Lorenzo , olio del Certosino di Padula, Olio Evo Goccia (Bellosguardo), dolci della sposa ( tradizionale cartoccio), farina semintegrale senatore Cappelli, Gentil Rosso e Farro, marmellate e confetture assortite e di stagione, miele ed infine i prodotti per il benessere della persona: Luffa -Spugna Vegetale, Oleolito di iperico, camomilla, calendula, Sapone all’olio di oliva, solido e liquido, Crema viso corpo all’olio Evo.

Il soggetto Capofila del Gruppo Operativo d’Innovazione (GOI)

è l’Ente per lo Sviluppo Sostenibile “I Piccoli Campi” con sede a Felitto, già Soggetto Promotore e Capofila del COMITATO dei Distretti Rurali, Agroalimentari di Qualità e di Filiere delle Aree Interne e Protette, accompagnato e sostenuto dai seguenti pionieri: Azienda Agricola di Rosa Pepe – Castel San Lorenzo (SA), Associazione Rete Produttori del Carciofo Bianco del Tanagro – Auletta (SA), L’Oro di Felitto Srl – Felitto (SA), BELCORO Società Cooperativa Agricola – Bellosguardo (SA), Azienda vitivinicola di Chiara Morra – Castel San Lorenzo (SA) Frantoio L’Oliva di Michele Pizzi – Montesano SM (SA), Azienda Agricola di Antonietta Santomauro – Teggiano (SA), Effetto Costiera Srl – Tramonti (SA), Bioarchitetto Graziana Santamaria – Sorrento (NA), Azienda Agricola di Mario Cascio – Castelcivita (SA), Società Agricola Campana Srl – Eboli (SA), Agriturismo Corbella di Giovanna Voria – Cicerale (SA).



La Cesta della Biodiversità si interfaccia e collabora con tutte le altre imprese, Enti di ricerca, Università ed Associazioni del Terzo Settore aderenti al Comitato dei Distretti Integrati Rurali ed in Rete, implementandone la strategia di sviluppo sostenibile condivisa, che è quella del “turismo rigenerativo”, per un recupero psico–fisico e spirituale della persona.

Per info www.rigenerativo.it

mail: lacestadellabiodiversita@gmail.com

(fonte  Ilfaroonline.it )

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