Sarebbe stato stato letteralmente strappato dalle braccia dello zio il neonato, appena 15 mesi, azzannato e ucciso da due pitbull in località Campolongo, sulla litoranea di Eboli. Ferita anche la madre del piccolo nel tentativo di difernderlo, illeso invece lo zio. La donna, a quanto si apprende, non sarebbe in pericolo di vita. Il bimbo morto si chiamava Francesco Pio D’Amaro. I fatti sono successi nel giardino della casa dove il bimbo viveva con la madre.
Sul posto sono immediatamente accorsi i carabinieri e il personale del 118 che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del bimbo. Stando ad una prima ricostruzione, i due cani sarebbero dei proprietari della villa in cui la mamma viveva col bambino: la donna ne aveva preso in affitto una parte. Non avrebbero mai dato segnali di aggressività.
Al momento dell’aggressione, intorno alle 8 di questa mattina, erano liberi in giardino: la rabbia dei cani si è scatenata quando lo zio ha aperto la porta di casa per uscire e si è affacciato in giardino con in braccio il piccolo di 15 mesi. Forse gli animali potrebbero averlo scambiato per un pupazzo. Fatto sta che si sono scagliati contro lo zio e contro il bambino, e poco anche contro la madre che ha cercato di riprendere il bambino dalle grinfie dei cani. Non c’è stato niente da fare.
Il drammatico episodio ha riacceso immediatamente il dibattito sulla possibilità di prevedere un patentito per chi possiede cani appartenenti a razze ritenute potenzialmente pericolose, come pitbull e rottweiler. Lo chiedono ad esempio il Codacons, e anche l’Oipa, convinta che non tutti i padroni siano in grado digestire questi cani.
Sitorna poi a parlare della lista di razze potenzialmente pericolose, istituita nel 2006 dall’allora ministro della Salute Girolamo Sirchia per ragioni di tutela dell’incolumità pubblica, lista che però venne poi abolita perchè ritenuta discriminatoria. Le razze indicate erano 17.