Per questa ricorrenza il Parco ha scelto la figura dei centauri, esseri mitologici per metà uomini e per metà cavalli che hanno fama di essere litigiosi e violenti. Essi vivono in un mondo “sommerso” quasi selvaggio, nei boschi, tra le montagne lontano dalle città, sfruttano le risorse della natura come radici ed erbe e conoscono preziosi segreti come quelli legati alla medicina. Ed è nel Canto XII che Dante, scendendo sempre più in basso nell’Inferno, le pene che gli vengono presentate diventano sempre più gravi e terribili.
“Un fiume di sangue bollente appare ora a Dante: è il Flegetonte, in esso sono immersi, chi più chi meno, a seconda della gravità della loro colpa, i dannati che nella loro vita furono violenti: i briganti, gli assassini, i vandali ed i tiranni. Lungo le rive, creature mitologiche, mezze uomo e mezze cavallo, scagliano le frecce infallibili su quelli che cercano di sollevarsi. Il centauro Nesso scambia i due viandanti per due anime” .
Ed è qui che Virgilio chiede al centauro Chirone, identificato come il capo, aiuto, e questi ordina a Nesso di traghettare i due all’altra sponda del fiume, dove si scorgono i tiranni, immersi fino agli occhi nella rossa broda bollente. Nel museo di Paestum sono custoditi diversi reperti che riguardano i centauri. Nel santuario meridionale, è stato rinvenuto un cippo con dedica a Chirone, il centauro saggio, maestro di Achille, medico, astronomo e musico. Chirone era il più benevolo di tutti i centauri, noto per la sua saggezza e la sua lungimiranza. Saggio ed esperto nelle arti, nella medicina e nella scienza, egli allevò numerosi studenti ed anche tanti eroi che divennero importanti per la mitologia greca, come Achille, Enea, Peleo, Teseo, Dioniso, ed anche Ercole.
Anche sul tempio più antico di Hera alla Foce del Sele erano rappresentati i centuari, tra di essi vi era il centauro buono Pholos.