La storia di Sunarìa, come quella di pochi altri gruppi, è imprescindibile nel lungo filone della riscoperta della musica popolare del Cilento intorno alla quale, troppo spesso e con una velocità paurosa, si sono attaccati movimenti e fenomeni ad uso e consumo degli eventi di piazza e di massa, di dubbio spessore culturale e caratterizzati da una mediocre qualità musicale.
Il gruppo, nato nel 2007, animato da Fabrizio Agresti, originario di San Mango Cilento e Nadia De Marco, nativa di Salento, è una sorta di acrobata sulla fune, sull’equilibrio tra la musicalità popolare cilentana e la contaminazione con altre tradizioni e generi con cui condivide ritmi ancestrali.
Simile a un tornado che si sviluppa da un massa nuvolosa verticale, dall’alto verso il basso, Sunarìa ha sprigionato un’energia senza eguali, ma in direzione contraria, partendo cioè dalla terra, elemento di forte identificazione del quale il gruppo si porta dietro tutte le sfumature, in un crescendo senza potenziali confini secondo una coerenza dinamica, aperta, protesa alle altre sponde del Mediterraneo e non solo.
Non meraviglia dunque che questo ultimo lavoro del gruppo si intitola “Terra re li tristi”, brano nato nel 2007 sulla scia di una poesia che accompagna il brano su YouTube “A te Cilento”, scritta da Nadia, ma solo da poco trasposto in video, è un omaggio al proprio territorio troppo spesso vituperato da noi stessi e da chi dovrebbe in un certo qual modo indicarci la strada. Nadia, autrice del testo narra: “A te Cilento…terra tanto amata troppo spesso violentata terra ricca di risorse quasi mai sfruttate dove chiunque prende e non lascia niente dove giovani disorientati perdono la via dove cuori che battono all’unisono
spesso non sanno perché dove menti speciali vengono partorite e troppo spesso muoiono senza che nessuno se ne accorga dove la politica fa a pugni con i sentimenti…… ”