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lunedì 29 Maggio 2023
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Il rapporto semestrale presentato dalla Dia, tratteggia la geografia criminale del Cilento.

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Nell’ultimo rapporto semestrale – Gennaio/Giugno 2018 – che la Direzione Investigativa Antimafia ha inviato al ministero degli Interni, viene illustrata la nuova mappa della criminalità organizzata .

Le centinaia di pagine del dossier scandagliano ai raggi x l’attività dei clan e ci aiutano a ridisegnare la geografia criminale del territorio. La situazione sembra essere praticamente invariata: mentre in alcune zone del Salernitano e del Casertano resta salda l’egemonia delle famiglie già detentrici, negli anni passati del tratteggio organizzativo.

La provincia di Salerno presenta una situazione generale riferita alla criminalità organizzata particolarmente disomogenea, con aspetti e peculiarità che variano secondo il contesto territoriale nel quale insistono e operano i diversi sodalizi. La contestuale presenza sul territorio provinciale di organizzazioni di tipo camorristico, con genesi e matrici criminali diverse, si basa su accordi e intenti comuni che hanno permesso il superamento di situazioni conflittuali e di scontri cruenti.


Allo stato, i sodalizi di maggiore spessore e di più datato radicamento hanno sviluppato, accanto agli affari illeciti “tradizionali” (traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, usura), tecniche di infiltrazione nel tessuto socio-economico, politico e imprenditoriale locale finalizzate al controllo di settori nevralgici dell’economia provinciale ed al condizionamento di Enti territoriali e Comuni.

fonte DIA - Ministero dell'Interno

L’azione di contrasto svolta, nel tempo, dall’Autorità Giudiziaria e dalle Forze di polizia della provincia ha disarticolato le storiche organizzazioni camorristiche, determinando “vuoti di potere” e la rapida ascesa di piccoli gruppi criminali, composti da giovani spregiudicati protesi essenzialmente a ritagliarsi spazio sul territorio per la gestione degli affari illeciti, anche mediante la commissione di delitti che hanno destabilizzato l’ordine e della sicurezza pubblica.

Ad Agropoli, comune che delimita il confine tra la Piana del Sele e l’area del Cilento, permane l’attività criminale della famiglia di nomadi stanziali MAROTTA, dedita ai reati di tipo predatorio, all’usura, al traffico di stupefacenti e al riciclaggio di capitali illecitamente accumulati. Inoltre, nel comprensorio circostante, in particolare a Capaccio, è attivo il gruppo MARANDINO, il cui promotore è uno storico esponente della disciolta Nuova Camorra Organizzata.


Questo sodalizio rimane particolarmente attivo soprattutto nelle tradizionali attività della criminalità organizzata e nel riciclaggio dei profitti: ne è un esempio il provvedimento di confisca, eseguito a marzo dalla DIA di Salerno, nei confronti di un soggetto affiliato al gruppo MARANDINO, che ha riguardato beni per un valore di circa 3 milioni di euro. Rimane alta, poi, l’attenzione verso i tentativi di infiltrazione nella pubblica amministrazione da parte della locale criminalità organizzata, come è stato accertato con un’ordinanza di custodia cautelare, eseguita, nel mese di marzo, dai Carabinieri di Salerno e Caserta nei confronti di 9 soggetti, ritenuti responsabili dei reati di abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio, nonché induzione a dare o promettere utilità.

Nel comprensorio che riguarda il Medio e Basso Cilento non si segnalano sodalizi autoctoni di criminalità organizzata. Il territorio risulta tuttavia esposto ai fenomeni di corruzione di pubblici amministratori e di condotte illecite di pubblici funzionari. Una conferma è data da due operazioni dei Carabinieri di Vallo della Lucania, con la prima delle quali hanno arrestato, nel mese di aprile 482 persone per associazione per delinquere finalizzate alle truffe ai danni dello Stato per l’erogazione di contributi per le imprese.

Con la seconda, di maggio, sono state arrestate 9 persone, tra imprenditori ed amministratori del Comune di San Mauro Cilento (SA), per corruzione, abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e concussione, in relazione ad appalti per la fornitura di pubblici servizi.

(Comunicato stampa)

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