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A Salerno, la presentazione di “Exuper” il romanzo di Massimo Mangiola

Verrà presentato, Giovedì 28 Ottobre alle ore 18 ed in replica alle ore 19,  al Bar Verdi Caffè Letterario di Salerno, “Exuper” il romanzo di Massimo Mangiola. “Exuper”,  è un romanzo svolto su due piani narrativi distinti. Il primo ripercorre i tratti salienti della vita avventurosa di una delle più grandi figure letterarie francesi del Novecento. Il pilota-scrittore Antoine de Saint-Exupery. Il secondo si incentra invece su un racconto di conversione e di fede avvenuto nel III secolo dopo Cristo sulle Alpi che dividono la Francia dalla Svizzera. Due storie distinte e parallele dunque che sembrano non avere nulla in comune e che invece per gradi convergono, superando inspiegabilmente ed alla fine le barriere del tempo e dello spazio. L’autore, partendo dai fatti reali accaduti al pilota-scrittore, padre del ‘Piccolo Principe’, va indietro nel passato, nel tempo cioè che precede la caduta definitiva dell’Impero romano d’Occidente. E poi però si spinge nel futuro. Nella Francia occupata dai nazisti del 1940 e quindi ancora oltre. Il finale comune delle due storie, prima accennato, ci dice che certi valori possono davvero attraversare il tempo e che forse sta proprio in questo eterno passaggio valoriale il segreto dell’immortalità. Una fonte molto importante per lo studio della biografia di Saint-Exupery durante la stesura del romanzo ha scritto, trasferendo il pensiero dello scrittore pilota ‘’il cercatore di verità è colui che costruisce la passerella sull’abisso per raggiungere l’altra parte di sé attraverso lo spazio e il tempo.

Romanzo in “cammino”, itinerante, Exuper non gioca soltanto con temporalità e spazialità diverse e lontane tra loro, ma anche con variazioni di registri e ritmi che si attagliano bene all’intreccio narrativo, ne sottolineano le coloriture storiche (nel linguaggio, come nelle movenze e nelle azioni), ne approfondiscono le tematiche esistenziali, soprattutto nel segmento in cui si cimenta e confronta con la personalità di Antoine de Saint-Exupéry, per aprirsi a una “vaghezza stellare” nelle parti dedicate al futuro. E la narrazione scorre, ora intensa, ora lieve, incalzante o lenta, sul filo di una suspense che non chiude, alla fine della lettura, il cerchio delle riflessioni, ma lo lascia aperto a dubbi e domande esistenziali, cosa che, penso, tutti i veri romanzi dovrebbero fare.

Massimo Mangiola dedica il romanzo non solo ai suoi affetti, ma anche “A Hugo Pratt. Alle fortunate suggestioni”. E se le illustrazioni presenti nell’opera danno corpo alle sue visioni, quelle fortunate suggestioni che gli hanno permesso di credere nel potere della scrittura, della sua scrittura, lo hanno sfidato, ma anche incoraggiato, a incamminarsi con costanza e determinazione, come i suoi personaggi, nella difficile, difficilissima, avventura di “fare di un sogno una realtà”, come scrive Antoine de Saint-Exupéry nel Petit Prince. E nei sogni, nei nostri sogni, come dimostra questo romanzo, facciamo bene a credere… Queste le parole della professoressa Emilia Surmonte, autrice della prefazione del romanzo e docente  di Lingua e Letteratura Francese presso l’Università degli Studi della Basilicata.

Mentre Enzo Romeo, caporedattore RAI, dice del libro: “Sulle orme di Saint-Exupéry l’autore costruisce poeticamente la passerella sull’abisso per raggiungere l’altra parte di sé attraverso lo spazio e il tempo.”
Infine il fumettista Mondadori Vincenzo Jannuzzi detto Janù afferma: Massimo Mangiola è colto, anche quando scrive un romanzo popolare. Anche quando scrive questo romanzo popolare. Sembra di vedere in azione un brillante epigono della grande scuola di Umberto Eco. Originale, dotto e lanciato a tutta birra. Anche lui porta nel romanzo popolare un tocco di cultura classica che aleggia tra le righe. A partire dal personaggio centrale, quell’Antoine de Saint Exupery, autore del celeberrimo “Il piccolo principe”, nella cui genealogia lui va a scavare da vero archeologo, e di cui in qualche modo prefigura una “resurrezione”, una “estensione” nello spazio-tempo. Il suo classicismo affiora ancora nel mitico “vaso di Pandora” che in quest’opera fa da costante cosmica, in un viaggio che si potrebbe meglio definire come un viaggio nell’ipertesto, un viaggio cioè che non solo si muove nello spazio e nel tempo in tutte le loro dimensioni, dal passato più remoto al futuro più astratto e inimmaginabile, ma si muove anche tra stratificazioni sociali diverse, diverse emozioni e diverse psicologie, e addirittura, con un colpo di scena magistrale, attraverso la morte, il cui varco riesce a superare grazie all’aiuto della sua creatura, quel “piccolo principe”, che per lui ritorna dal pianeta B-612 per rendergli il favore, prendendolo per mano e promettendogli di restare sempre accanto a lui nel difficile trapasso. Proprio come lui aveva confortato il suo piccolo principe che ha paura, prendendolo per mano, abbracciandolo e stringendolo accanto a sé nel difficile e cruciale momento dell’abbandono delle spoglie mortali, quando nel deserto grazie al morso dell’amico serpente è giunto alla fine del viaggio che lo aveva portato su questo buffo pianeta, e deve lasciare il suo corpo troppo pesante per poter volare lassù e ricongiungersi alla sua stellina ridente, tra le stelle, dove lo sta aspettando la sua unica rosa che vale più di tutte le rose dell’universo.

Un Antoine assurto al rango di divinità, che non conosce la morte, che può decidere quale, tra la potenza del bene o del male, lascerà libera o terrà imprigionata tra sue mani, attraverso le più grandi vastità immaginabili nel tempo e nello spazio. Un romanzo, questo “EXUPER” di Mangiola che si fa leggere tutto d’ un fiato, in cui l’autore attua un incantesimo che trasforma Antoine de Saint Exupery da celebrato autore in vivente interprete di se stesso; e intrattiene con lui un rapporto sottile, che come un amico di famiglia, ne raccoglie le gesta per raccontartele come una fiaba, in forma di romanzo. E ti irretisce in una trappola emotiva quale solo poteva tenderti l’immaginario fervido e appassionato di un Antoine Jean Baptiste Marie Roger De Saint Exupery. O “Toni”, come l’autore lo fa chiamare da sua sorella Rose.

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