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giovedì, 28 Marzo 2024
Prima PaginaMagazineIl tesoro di Alarico, la tesi: "potrebbe trovarsi nel Cilento"

Il tesoro di Alarico, la tesi: “potrebbe trovarsi nel Cilento”

Il concetto di caccia al tesoro stuzzica da tempo la nostra immaginazione, che si tratti di Robert Langdon che insegue gli indizi ne Il codice da Vinci o Tintin, il giovane famoso viaggiatore, che recupera ogni volta un altro antico tesoro senza prezzo. Ma perché queste ricerche dovrebbero essere relegate solo alle pagine di un romanzo?

Cercare uno di questi tesori leggendari , un relitto carico di zaffiri o una città d’oro, potrebbe non portare alla fortunata scoperta. Tuttavia esplorare intriganti, paesaggi, dove i tesori apparentemente giacciono, è già una ricca ricompensa. Qualcosa che potrebbe toccare da vicino anche il Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano – Alburni, una caccia al tesoro che potrebbe portare alla scoperta del famoso tesoro di Alarico, composto da 25 tonnellate di oro e 150 tonnellate di argento, che secondo la tesi di alcuni studiosi potrebbe trovarsi nel fiume Bussento, nei pressi di Policastro e non come alcune cronistorie lo posizionavano, ossia nel fiume Busento nei pressi di Cosenza.

Ma chi era Alarico?

Alarico era un famoso re goto, il primo che riuscì a mettere a sacco la Roma imperiale nel 410 d.C.. Il re si fece consegnare tutte le ricchezze di Roma e la mano di Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio. Morì a causa di una febbre acuta e fu sepolto in tenuta di guerra col suo cavallo e con i tesori dei templi pagani che Alarico era solito svuotare sistematicamente. Stando ai versi del poeta August von Platen, tradotti da Giosuè Carducci, la tomba di Alarico si troverebbe, come detto, nel fiume Busento vicino Cosenza, in Calabria. Alcuni studiosi, però, non sono d’accordo.
Lo scrittore, storico e numismatico Angelo Raffaele Amato, nel suo libro ‘Il tesoro di Alarico‘, tenta di dimostrare l’ipotesi che il sepolcro del re goto si trovi in Cilento e non in Calabria. Amato riporta la tesi che il professore Don Luigi Tancredi, studioso di storia, ha esposto nel testo ‘Alarico, re dei Visigoti – La localizzazione del sepolcro e del tesoro‘: secondo questa teoria il sepolcro potrebbe trovarsi nel Bussento di Policastro e non nel fiume Busento. Alla base del “cambio di location” ci sarebbe un errore da parte dei copisti, che si sarebbero persi per strada una “s”.

Per l’esperto c’è anche una spiegazione storica che proverebbe l’inesistenza del sepolcro nei pressi di Cosenza e che, quindi, avvalorerebbe la sua tesi: Alarico, secondo questa teoria, non avrebbe avuto alcun interesse a spingersi fin lì dal momento che era a corto di armamenti e non avrebbe potuto far alloggiare il suo esercito. Ciò, invece, sarebbe stato possibile nell’ampia valle compresa tra il Bussento e il Mingardo. La zona in questione, nota per la sua fertilità, sarebbe stata percorsa dai Visigoti per dirigersi verso sud e sarebbe stata un’area perfetta per lo stanziamento di un esercito. L’obiettivo dei Goti sarebbe stato quello di imbarcarsi per la Sicilia e, da lì, raggiungere l’Africa.

Allo stato attuale, gli scavi realizzati nell’area di Policastro e Mingardo non hanno confermato la tesi degli esperti che ritengono che il tesoro di Alarico si trovi nel Cilento e non in Calabria.

© Diritti Riservati

Massimo Cercola
Massimo Cercola
Massimo Cercola, appassionato di storia e territorio. Redattore della pagina "GeoBlog" di Cilento Reporter, un piccolo progetto, nato dall’esigenza, non solo di far conoscere le “bellezze” del territorio, attraverso una semplicissima applicazione web, ma anche quelle che sono le vicende e le storie legate ai monumenti, ai luoghi di culto o al semplice epitaffio che contraddistingue ed identifica con la propria forza storica, ogni angolo di questa meravigliosa terra: il Cilento !

1 commento

  1. Da quando ero studente, e cioè oltre 60 anni fa, ero convinto di questa possibilità. Ne parlai con il mio professore di storia, illustrando la possibilità che il luogo della sua sepoltura era nel Bussento, vicina a Policastro, che era un antica zona portuale, e che poteva essere stato un errore si interpretazione o per rendere difficile la sua individuazione, onde per evitare spoglio e profanazione della tomba.
    Il prof. mi disse che lo avevano nascosto troppo bene e che non sarebbero mai riusciti a trovarlo !!!!

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