Suscita curiosità, forse interesse, magari anche coinvolgimento, ma è paragonabile alla sensazione che proviamo quando guardiamo un vecchio film in bianco e nero: sappiamo che è qualcosa che ci appartiene e che riguarda tutti noi, soprattutto nel Cilento,  dove la maggior parte delle famiglie ha origini contadine, ma che ormai è finito, superato.

Il tempo è passato e adesso siamo proiettati nel nostro futuro sempre più tecnologico, dove i saperi della nonna sono sostituiti dai saperi di Google, dove la terra ed i suoi frutti sono utili per essere fotografati e postati su Instagram, dove le vigne servono solo per scenografia alle nostre stories.

Sembra impossibile che un tempo, neanche troppo lontano, la vita dei nostri nonni fosse scandita nient’altro che dalla luce del sole.

Anche nella storia di Michele Ametrano,  la sveglia suonava presto ed il giorno era dedicato al lavoro nei campi, con compiti diversi a seconda delle stagioni: la potatura, la legatura, la vendemmia, la raccolta delle olive, l’accudire il pascolo erano tutti momenti in cui la luce dettava le regole e i tempi.

I ricordi indelebili della mamma e della sua famiglia hanno  e tuttora fanno parte del suo essere uomo dignitoso ed operoso.

Credits video: Antonio Ferolla

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