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venerdì, 19 Aprile 2024
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Le tartarughe marine preferiscono il Cilento




In queste ore due esemplari di Caretta caretta hanno deposto le uova sui litorali Cilento, dopo un tentativo di nidificazione andato a vuoto sabato notte a Marina di Camerota. Il primo nido stagionale è ad Ascea Marina, località Scogliera, dove una tartaruga è stata avvistata nel cuore della notte di lunedì dal titolare dello stabilimento balneare “Il Brigantino”. Ha provveduto egli stesso a interdire l’area, con il sospetto che il rettile avesse deposto le uova. Sospetto confermato poche ore dopo dai sopralluoghi dei biologi del Centro ricerche tartarughe marine dell’Anton Dohrn. Sul posto, anche i volontari Enpa. Dopo l’incredibile successo della nascita delle tartarughine nell’estate 2018, sulla spiagge Cilentane, le Caretta caretta sono ormai diventate nostre amiche. La specie è considerata in via di estinzione, sia a livello regionale che globale ed è perciò protetta, soprattutto nel periodo di riproduzione. Per favorire la loro tutela è necessario prestare attenzione ed evitare comportamenti che possano nuocere alla loro sopravvivenza.

Cosa  si deve sapere se dovessimo imbatterci in un nido o una schiusa?

Accade nella notte, tra le 24.00 e le 6.00 della mattina. La tartaruga marina, sceglie una spiaggia (anche attrezzata con ombrelloni e lettini), esce dall’acqua preferendo zone buie o poco illuminate del litorale e raggiunge un punto variabile tra i 5 e i 20 metri dalla battigia e inizia a scavare. Se non disturbata, in 2 ore, deposita fino a 120 uova a circa 50 cm di profondità, poi ricopre il tutto usando le pinne posteriori e rientra in mare: e così inizia una nuova avventura!

Le tartarughe marine che nidificano in Cilento appartengono alle specie Caretta caretta. La tartaruga che depone le uova è di grandi dimensioni da 100 a 150 cm di lunghezza, ed è molto pesante; quando esce dall’acqua, trascinandosi, lascia una traccia nella sabbia facilmente riconoscibile, che assomiglia alle tracce di un piccolo cingolato, con un percorso inequivocabile di andata e ritorno dal marea a ferro di cavallo. Se la posizione del nido non viene segnalata subito è impossibile poi risalire al punto di nidificazione se le tracce nella sabbia vengono cancellate o calpestate. Il nido si trova a basse profondità nella sabbia, per cui ogni attività che si svolge sopra può comprometterne la schiusa: passaggi di mezzi motorizzati, giochi e scavi nella sabbia, attività di levigatura e pulizia dei bagnini, predatori diurni e notturni, atti di vandalismo.


La tartaruga però non sempre deposita le uova, anche se ha lasciato le tracce del proprio passaggio. Infatti sceglie accuratamente il punto di nidificazione valutando le condizioni climatiche, il tipo di sabbia, la presenza della duna, le distanze dalla battigia, gli elementi di disturbo. Dopo la prima deposizione la tartaruga può tornare nei 5 giorni successivi per una seconda nidificazione!

Cosa si può fare subito

In caso di avvistamento di tartarughe o delle impronte lasciate sulla sabbia, è importante allertare subito la Guardia Costiera chiamando il numero blu 1530. Sarebbe utile corredare la segnalazione con fotografie e dettagli sulle condizioni dell’animale e sul luogo del ritrovamento, facendo attenzione a non spaventare, toccare o disturbare l’animale con rumori o luci.

Fotografare la tartaruga senza flash e mai frontalmente, in silenzio senza spaventarla per non interrompere la nidificazione.

Individuare il perimetro dello scavo, delimitandolo provvisoriamente, senza infilare bastoni o altro nella sabbia per non danneggiare le uova.


Spostare lettini e ombrelloni e transennare con un perimetro di sicurezza di almeno 3 metri, impedendo il passaggio di mezzi usati per la pulizia delle spiagge.

Avvisare il proprietario o concessionario dell’area e se possibile attendere l’arrivo del personale qualificato. La manipolazione dei nidi può avvenire solo da parte di soggetti autorizzati.

Buone pratiche per la schiusa delle uova

Dal primo giorno della nidificazione passano circa 50-60 giorni prima della schiusa. La variabilità dipende da tanti fattori: clima, temperatura della sabbia, tempi necessari a risalire in superficie dei piccoli. Il primo segnale di schiusa si ha con l’avvallamento della sabbia in corrispondenza di un’area di circa 20 cm di diametro. Tra la formazione dell’avvallamento e le prima uscite passano al massimo 24 ore. Normalmente la nascita delle tartarughe avviene in tarda serata o di notte, al buio e al mutare della temperatura esterna.

Si può dare la disponibilità a fare turni con i volontari giorno e notte.

Nel caso di schiusa notturna non usare luci artificiali o flash perchè disorientano le tartarughine.

Le tartarughine usciranno dalla buca poco alla volta nella stessa nottata o nei 5 giorni successivi. Si contano i piccoli nati e si annota data e ora di emersione.

I volontari sorveglieranno il corridoio di protezione. Gli esperti autorizzati sorveglieranno il percorso misurando e contando le tartarughe per intervenire in caso di necessità.

Dopo 5 giorni si scaverà in corrispondenza del cratere, per ricercare la camera. Si conteranno le uova non schiuse, i gusci rotti, i piccoli morti e per quelli vivi in difficoltà si provvederà al ricovero nei centri regionali autorizzati.

(fonte Enpa)



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